Caos Bielorussia, la leader dell’opposizione fugge in Lituania. L’appello ai sostenitori: «Proteggetevi»

11 Ago 2020 13:36 - di Redazione
Bielorussia

Bielorussia ancora nel caos. «Svetlana Tikhanovskaya è al sicuro, è in Lituania». Lo ha scritto su twitter il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius, parlando della candidata dell’opposizione bielorussa alle presidenziali di domenica, che si temeva fosse stata trattenuta dalle autorità dopo aver presentato ricorso alla commissione elettorale contro l’esito del voto, vinto da Aleksander Lukashenko tra accuse di frode e brogli. Una situazione analoga con grandi tensioni c’era stata a ottobre dello scorso anno.

In un’intervista alla radio nazionale Lrt, Linkevicius ha raccontato i fatti.  «La cosa principale – ha sottolineato – è che è al sicuro. Dal momento che era stata arrestata in Bielorussa ed era rimasta sette ore in detenzione». Il ministro non ha precisato come la candidata dell’opposizione è arrivata e per quanto tempo si fermerà in Lituania.

La fuga di Tikhanovskaya

Quella di lasciare il Paese e rifugiarsi in Lituania è stata “una decisione molto difficile”. In un video Tikhanovskaya ha spiegato di averlo fatto “per i suoi figli”. La candidata ha assicurato di aver preso la decisione di lasciare la Bielorussia “da sola”. «Né gli amici, né la famiglia, né il mio staff. E neanche mio marito Sergei (già candidato alle elezioni presidenziali e poi arrestato, ndr) mi avrebbero potuto influenzare in alcun modo». «Proteggetevi. Nessuna vita umana deve essere persa per quello che sta accadendo». Ha poi dichiarato Svetlana Tikhanovskaya nel video diretto ai suoi sostenitori in Bielorussia, in un trascritto diffuso dall’agenzia russa Tass. «So che molti mi capiranno. Molti mi giudicheranno. Molti mi odieranno. Ma non auguro a nessuno di dover affrontare la scelta che ho dovuto fare io. I bambini sono la cosa più importante».

Caos Bielorussia

E intanto in Bielorussia l situazione è drammatica. L’oppositore morto a Minsk negli scontri fra gli attivisti scesi in piazza per protestare contro il risultato delle elezioni presidenziali e polizia è stato ucciso da una deflagrazione. Il ministero degli Interni afferma che a esplodere è stato un “esplosivo non identificato”. Che l’attivista stava lanciando durante gli scontri con le forze speciali sulla via Priitisky della capitale. Ma sono in molti a denunciare l’impegno, da parte della polizia, di granate illuminanti contro i manifestanti.

 


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