Amatrice 4 anni dopo, sedie vuote e polemiche. Bacchettate a Conte per la passerella: “Basta parole”

24 Ago 2020 13:38 - di Giovanna Taormina
Amatrice

Piena l’area riservata alle istituzioni, poche, pochissime le sedie occupate dai familiari delle vittime del terremoto di Amatrice. Ricorre oggi il quarto anno dal giorno zero, dalla devastazione. Il 24 agosto del 2016 un violentissimo terremoto ha distrutto Amatrice e i comuni limitrofi: le vittime furono 299. Le macerie che ancora impolverano il cratere e le strade che stanno tornando percorribili, pesano sui cuori di chi nel sisma ha perso tutto. Lo ha ribadito al premier Conte una di loro, e lo annuncia un cartello strappato male alle porte di Amatrice, sulla SS4, che invita i politici a inginocchiarsi ai terremotati.

Amatrice, le polemiche

Momenti di imbarazzo per Giuseppe Conte al suo arrivo sul prato del campo sportivo di Amatrice, dove è stata celebrata la messa in ricordo delle vittime. Un gruppo di cittadini ha indossato una maglietta con scritto “Presidente Conte vogliamo parlare con te”. I terremotati lo hanno fermato chiedendo un incontro. La scena è stata ripresa dalle telecamere del Tg1. Poi una residente ha detto: «Oggi dovevamo stare soli. Oggi era il nostro momento di raccoglimento e dovevano rispettare il nostro dolore. Siamo stanchi delle promesse, ho lasciato la mia terra e voglio tornarci. Voglio risposte dal Presidente, voglio parlarci a tu per tu. Anche seduti a un tavolo di casa mia, sulle ruote».

L’amarezza di una residente

E ancora. «Siamo amareggiati», ha continuato mentre un altro le ha fatto eco chiedendo poteri speciali come a Genova. « Mio marito si è impiccato, non ha retto quanto abbiamo passato, mia figlia è lontana. Io voglio stare qui, tra la mia gente».  Conte colto di sorpresa e in imbarazzo l’ha rassicurata: «Ne parliamo dopo la cerimonia signora, ne parliamo a casa sua».  Poi a margine della commemorazione Conte ha puntualizzato: i cittadini e i familiari delle vittime «hanno completamente ragione. Noi siamo qui per ascoltare e per fare sempre meglio. Le istituzioni devono agire nel migliore tutela delle comunità locali».

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