“Se cercate tranquillità e relax, avete fatto la scelta giusta! Un’antica tradizione per una vacanza all’insegna dell’ospitalità, del relax abbinato a sport ed ai moderni criteri alberghieri, fanno del nuovo Hotel Avio, un sicuro riferimento per le Vostre vacanze in Alta Vallecamonica…”. L’invito è allettante, i prezzi buoni, il contesto spettacolare, quello della Val d’Avio, nel cuore dell’Adamello-
Il fascismo di “vino” irrita i partigiani…
Bell’hotel, dunque, peccato (per i partigiani) che in alcune di quelle stanze siano esposti dei cimeli del Ventennio: busti del Duce, pagine del Popolo d’Italia, qualche bottiglia di vino dedicata ai “camerati”. Peccato per l’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani, che anche in questo caso trova un motivo di esistenza nell’attaccare il proprietario dell’hotel, in quanto sindaco di Temù. Secondo loro, ci sarebbe un conflitto istituzionale tra il suo ruolo di primo cittadino e quello di albergatore che arreda il suo hotel con qualche omaggio a Benito Mussolini.
Ci sarebbe da ridere, se qualcuno, come Repubblica, non se ne occupasse seriamente, a qualche anno di distanza dalla penosa polemica sulla spiaggia fascista…
Il sindaco albergatore è sotto attacco
Giuseppe Pasina, primo cittadino di Temù, è sotto attacco, dunque. “Stupisce e inquieta che un esercizio pubblico e un sindaco della Valle Camonica, terra di Resistenza e di sacrificio, non esitino a proporre come modelli agli avventori, ai turisti e ai concittadini personaggi e vicende della storia italiana che hanno significato oppressione, lutti e distruzioni”, spiega l’Anpi. “Auspichiamo – scrivono in una nota ufficiale – che i titolari dell’albergo rimuovano spontaneamente la tronfia e macabra esposizione e che il sindaco di Temù, in quanto ufficiale di governo, adotti provvedimenti opportuni a far cessare l’apologia di fascismo”. Surreale. quasi quanto la legge Fiano che periodicamente torna d’attualità…