Valentino: «Maceratini fu protagonista autentico della destra. La fondazione An lo ricorderà come merita»
«Ho mille pensieri che mi corrono nella mente, in questo momento. Ricordi di una vita». Giuseppe Valentino, al telefono, non riesce a celare la commozione per la morte di Giulio Maceratini. Il presidente della Fondazione Alleanza nazionale avrebbe tanti episodi e momenti da ricordare dell’esponente di Msi e An, morto ieri notte a Roma, a 82 anni, dopo una lunga malattia.
Avvocato Valentino, lei ha avuto modo di conoscere Maceratini come collega prima ancora che come politico. Che ricordo ha?
Il ricordo professionale è legato ai miei inizi da avvocato. Ero studente universitario e Giulio era un giovanissimo consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Invitò un gruppo di giovani che avevano già le “idee chiare” a visitare il Palazzo di Giustizia. Ricordo come se fosse ieri la sua introduzione al ruolo dell’Avvocatura. Il suo discorso sulla tutela dei diritti, sugli obblighi che avevamo verso la legge e verso gli assisititi. All’epoca, al Palazzaccio, avevano sede tutte le giurisdizioni. Mi ricordo questa passeggiata amabile. Ci fece da guida, con l’indicazione dei luoghi che avremmo dovuto frequentare. Già si intuiva l’uomo acuto e brillante, che imparai a conoscere nel tempo. Da avvocato, in aula, l’ho poi frequentato innumerevoli volte. Abbiamo seguito le vicende che coinvolgevano la destra politica italiana e i suoi esponenti.
Com’era, in aula, l’avvocato Maceratini?
Aveva la capacità di cogliere immediatamente gli aspetti cruciali di un procedimento. Era in grado di essere essenziale ed efficace allo stesso tempo, dote rara.
Il ricordo politico?
È stato presidente del gruppo dei senatori di Alleanza nazionale per due legislature ed è stato il mio presidente. Aveva grande umanità, una simpatia innata capace di conquistare anche gli avversari politici. In questo, pur essendo lui molto più ortodosso, assomigliava molto a Tatarella.
In che cosa era simile?
Anche Giulio, come Pinuccio, aveva grande rispetto per gli avversari, senza mai abiurare o abdicare alle proprie idee. Partiva dal principio che si discute fino all’ultimo, e anche oltre, per trovare un punto di accordo con l’avversario. Meglio un buon accordo di una tormentata vittoria. Non a caso lui e Tatarella erano amici.
E dell’amico Maceratini che ricordi ha?
Dal punto di vista umano era un uomo generoso. Viveva con grande intensità il senso dell’appartenenza. Ricordo che quando arrestarono Pino Rauti per la Rosa dei venti, Giulio si dedicò completamente alla causa. Fece di tutto per dimostrare l’estraneità di Rauti. Ma la sua generosità era rivolta a tutti. Dal piccolo problema del giovane iscritto, ai grandi temi che interessavano l’opinione pubblica, Giulio aveva questa grande umanità. Non era il ruolo politico che lo spingeva ma il suo carattere. Era l’afflato umano, l’atteggiamento di ostilità verso ogni tipo di ingiustizia.
Come presidente della Fondazione Alleanza nazionale sta già pensando a qualche iniziativa per rendergli omaggio?
Intanto, mi faccia dire che la Fondazione An partecipa al dolore di Lucia con sentimenti di affetto sincero. Avvieremo sicuramente una serie di iniziative per ricordare il pensiero di Maceratini. E lo ricorderemo sicuramente anche come allievo e amico di Julius Evola. Vogliamo celebrare solennemente Giulio, come protagonista autentico della storia della destra politica.