“Vai a lavorare nei campi”: i social impallinano il giornalista che auspica lo “schioppo” per Meloni

9 Lug 2020 18:30 - di Viola Longo

Un mare di critiche, non solo da parte della politica che ha unanimamente condannato. Anche sui social l’articolo del Fatto Quotidiano in cui si auspica l’uso dello “schioppo” contro Giorgia Meloni e FdI ha suscitato reazioni indignate. E a dimostrarlo ci sono i commenti fioccati sulla pagina Facebook del giornalista che lo ha firmato, Alessandro Robecchi.

L’indignazione sui social

Tra gli oltre cento commenti lasciati sotto l’articolo sono davvero pochi quelli che appoggiano, condividono o esaltano l’incitamento all’odio dell’autore. Per lo più, infatti, prevale la disapprovazione, spesso vera e propria indignazione, per quelle parole così cariche di violenza. “In pratica consiglia l’uso delle armi. Già questo evidenzia la pochezza dell’articolo e di chi l’apprezza”, sottolinea Pietro. Qualcuno, come Joe Sergio, auspica un intervento dell’ordine e qualcun altro, come Giose, consiglia a Robecchi di andare “a lavorare nei campi”.

Ironie e critiche a Robecchi: il solito leone da tastiera

Più d’uno, poi, dà di fatto a Robecchi del leone da tastiera, sebbene nella versione almeno formalmente più blasonata del giornalista. “Che fa con lo schioppo? Ma è capace di usarlo almeno?”, scrive Guido, mentre Romeo domanda se “con la paga degli antifascisti a giornata” si riesca a “comprare lo schioppo a rate”. “Deve essere veramente dura inventare sempre nuove stupidaggini, dopo tutti questi anni”, chiosa quindi Romeo. “Me la immagino, la nuova brigata partigiana ‘Il Fatto’: Padellaro, Gomez, Travaglio, Lerner, Barbacetto, Luttazzi, Sansa, Scanzi, la Lucarelli nelle vesti di staffetta e, ovviamente, il terribile Robecchi. I fascisti già se la fanno sotto”, ironizza poi Giovanni. Anche Robecchi, dal canto suo, offre un contributo alla discussione sulla sua pagina. Con un paio di significativi interventi. Il primo rispondendo a Francesco, voce tra quelle che consigliano al giornalista di dedicarsi ad altro. “Attento col cerchio di fuoco, eh”, gli risponde il cronista del Fatto, che però mostra il meglio di sé dando del “coglione” a un altro utente.

La foto di Ramelli in ospedale: “Non le è bastato?”

Epperò, benché si capiscano le ironie, la faccenda ha anche un risvolto serissimo, che rischia perfino di diventare drammatico. Dal ministro dell’Interno al vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, oggi più d’una voce ha ricordato che l’Italia vive un momento sociale difficilissimo, che rischia di sfociare in una recrudescenza di terrorismo. Un contesto in cui di “cattivi maestri” davvero non si sente il bisogno. A ricordare quali sono le possibili conseguenze di certe campagne di istigazione all’odio ci pensa in questo caso Marco. “Spero, rileggendo quanto scritto, nutra in cuor suo un po’ di sana vergogna. Non le è bastato il tanto sangue dei giovani versato in nome di quell’odio che sbandiera con tanta facilità?”, scrive l’utente Fb, postando una foto di Sergio Ramelli intubato nel letto d’ospedale.

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