“Fatto”, Urso: «Usare lo stesso linguaggio che utilizzavano le Brigate Rosse è gravissimo»

9 Lug 2020 14:04 - di Gigliola Bardi
fatto quotidiano contro meloni

Non un semplice scivolone, per quanto grave. Ma una questione molto seria che dovrebbe essere “affrontata dagli organi preposti alla sicurezza nazionale”. Adolfo Urso avverte sulla portata dei rischi connessi all’incitamento all’odio nei confronti di Giorgia Meloni espresso in un articolo del Fatto Quotidiano. Il vicepresidente del Copasir, infatti, ricorda che l’Italia ha già vissuto la stagione dei “cattivi maestri” e decisamente non ha bisogno che se ne apra un’altra, tanto più a ridosso di un autunno che il ministro dell’Interno ha “paventato caldo”.

“Mai più cattivi maestri”

“Indicare gli obiettivi da colpire nei capi della opposizione con lo stesso linguaggio che utilizzavano le prime Brigate Rosse è gravissimo, tanto più a fronte degli allarmi sulla possibile recrudescenza del terrorismo. Così facevano allora proprio quelli che furono chiamati i cattivi maestri. Mai più!”, ha scritto su Twitter il numero due del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Urso: “Intervengano gli organi preposti alla sicurezza nazionale”

“Credo – ha proseguito Urso – che la questione debba essere affrontata dagli organi preposti alla sicurezza nazionale”. Per il senatore infatti quanto scritto dal Fatto contro Meloni e i suoi, già di per sé “gravissimo”, va anche inserito nella più ampia cornice degli allarmi lanciati dal Viminale. “Proprio stamane il ministro dell’Interno ha paventato un autunno caldo, su cui purtroppo si possono innescare le azioni di gruppi eversivi o terroristici. Su questo – ha avvertito Urso – massima attenzione e nessuna tolleranza verso chi invoca la violenza criminale”.

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