Strage di Bologna, l’appello a Mattarella: desecretare le carte del Centro Sismi di Beirut

29 Lug 2020 19:26 - di Massimiliano Mazzanti

Caro direttore, mentre s’infiamma la polemica politica per la manifestazione del 2 agosto indetta, per il quarantennale della strage di Bologna, da quello che viene definito “fronte innocentista” o “revisionista”, i difensori di Gilberto Cavallini, in previsione del processo d’appello, si rivolgono a Sergio Mattarella affinché si consenta la consultazione e la pubblicazione delle carte del “Centro Sismi” di Beirut del 1979 e del 1980.

<Abbiamo chiesto di poter leggere quei documenti – hanno detto Alessandro Pellegrini (nella foto) e Gabriele Bordoni -, che riteniamo essenziali per difendere il nostro cliente, ma, nonostante a parole tutti dicano di voler togliere il segreto di Stato, a noi continua a essere opposto quello “amministrativo”, col risultato che quelle carte essenziali non entrano nel processo>.

<Per altro – hanno aggiunto i due legali dell’ex-Nar condannato per la strage di Bologna -, dovrebbero essere i familiari delle vittime i primi a voler guardare in quei faldoni che qualcuno si ostina a voler tener segreti. Anzi, loro più di noi, per certi versi, dovrebbero chiedersi come mai non ce li fanno ancora leggere>.

<In appello, quando potremo presentarlo, una volta lette le motivazioni della condanna di Cavallini in primo grado – ha detto ancora Bordoni -, ripresenteremo anche la questione di “Carlos” e della sua disponibilità a parlare>.

<Ancora una volta, è stato detto che non era un teste affidabile, che si sarebbe perso tempo. Ma è, pur sempre, uno dei pochi che svelò particolari sconosciuti del 2 agosto che si sono rivelati esatti, quando si sono cercati riscontri, a partire dalla presenza di Thomas Kram a Bologna il 2 agosto ‘80>.

Pellegrini, poi, ha passato in rassegna i presunti “scoop” con cui, in questi giorni, si sono riempite pagine e pagine di giornali sul rapporto tra Licio Gelli e i Nar.

<Allo stato attuale, nelle carte della Procura generale che sono state depositate, non c’è nulla, ma proprio nulla che provi rapporti tra il Venerabile, Fioravanti e i suoi>.

<Soprattutto, però, non c’è nulla di nuovo: sono tutte carte già conosciute. E provenienti dal processo sul Crack Ambrosiano che testimoniano tutto, tranne che Gelli abbia pensato di far fare e finanziato la strage di Bologna>.

<La stessa ipotesi che Gelli avesse partecipato a ideare la strage – ha ricordato Pellegrini – è tutt’altra che nuova. Fu formulata come specifico capo d’imputazione, associazione per delinquere di stampo eversivo finalizzata alla strage, nel primo processo, quello che si concluse con la condanna per depistaggio del capo della “P2”. Ma, anche, con l’assoluzione dal reato associativo>.

<Una sentenza che non fu neanche appellata dai “pm” nei gradi successivi e che, quindi, è definitiva>, ricorda il penalista.

<Il capo dello Stato – concludono i due legali di Cavallini -, se non il potere di desecretarle direttamente, ha il potere morale di far sì che le carte della “Commissione Moro e tutte quelle che riguardano il così detto “Lodo Moro” siano messe a disposizione dell’opinione pubblica e di chi è ancora impegnato in questi processi>.

<Se ci sbagliassimo, saremmo i primi a prenderne atto, ma se non c’entrano per nulla con la strage di Bologna, perché tanto accanita resistenza pur di non farcele leggere>.

Infine, una stoccata su Paolo Bellini, il nuovo protagonista dei teoremi della Procura generale.

<In quarant’anni di processi e di indagini, non è emerso un solo, minimo contatto di Bellini coi Nar. Siamo curiosi anche noi di vedere, a questo punto, come si riuscirà ad aggirare questo non piccolo scoglio processuale, sostenendo che lui sarebbe un quinto esecutore della strage, ma senza alcun rapporto con gli altri quattro>.

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