Rampelli ricorda Maceratini: «Alfiere insostituibile di una destra orgogliosa e fiera»
Giulio Maceratini era “una persona semplice, nonostante abbia contribuito alla scrittura di pagine importanti della Repubblica italiana e sia stato per la destra un solenne punto di riferimento. Persona che mai ha avuto a che fare con la retorica, sobria, elegante, gentile. Non alzava mai la voce e, pur parlando sommessamente, era sempre ascoltato da tutti. È sempre stato dalla stessa parte”. Non si sono spente commozione e dolore per la scomparsa di una figura insostituibile della nostra famiglia politica, venuta a mancare il 25 luglio scorso. Fabio Rampelli, dai banchi di Fdi alla Camera, lo ha voluto ancora ricordare.
“Abbiamo sentito, nella ricostruzione della sua storia politica, della sua prima elezione nel Parlamento italiano – aveva già avuto delle esperienze amministrative precedenti – nel 1983, eletto nelle file del Movimento Sociale Italiano. Poi ha seguito la trasformazione della destra italiana nell’episodio di Fiuggi, la nascita di una destra moderna, europea. Era un seguace – possiamo definirlo così – di un raffinato pensatore che ha comunque lasciato un segno importante, anche lui, nella storia politica italiana, Pino Rauti. Che, comunque, non aderì a quella trasformazione e fece una strada diversa, da Fiuggi in poi”.
“Maceratini, l’alfiere della modernizzazione della Destra”
Ma Maceratini “aveva le idee chiarissime, in perfetta sintonia con il suo carattere, le sue convinzioni e le sue attitudini,e decise di essere non solo uno dei partecipanti a quella trasformazione; ma, direi, un alfiere e insieme a un altro maestro di quel periodo, Pinuccio Tatarella, compianto anche lui, guidarono quel processo. Un processo – precisa Rampelli – teso, diciamo, a ‘scongelare’ la destra italiana e metterla a disposizione non dell’ideologia di riferimento cui apparteneva ma a disposizione dell’Italia”.
“La destra finalmente accessibile, la destra commestibile: la destra utile nella sua capacità di trasferire i valori più profondi in cui credeva nell’attività politica quotidiana”. Rampelli ha quindi citato un Maceratini profetico sul tema dei rapporti con la giustizia: ne denunciò ritardi e inefficienze fin dalla metà degli anni Ottanta: “Usava il passepartout della sua umanità,della sua eleganza, della sua gentilezza, della sua capacità persuasiva per dialogare con tutti. E talvolta anche per riuscire a costruire, da una posizione difficile come quella a cui apparteneva, delle sintesi e, quindi, dei progetti concreti”.
Rampelli: “Uomo generoso con tutti”
Rampelli traccia da par suo un profilo umano oltreché politico. Apparteneva “a una destra orgogliosa, e fiera di se stessa, ma mai chiusa dentro di sé. La generosità, infine, è l’ultimo aspetto che devo e voglio sottolineare e che possa essere un insegnamento per tutti i colleghi a qualunque partito appartengano. Sempre disponibile con tutti ma, soprattutto, disponibile nei confronti degli ultimi. Grazie, per ciò che ci hai potuto consegnare, per ciò che hai fatto per la destra italiana e per ciò che hai fatto per la Repubblica italiana”, ha concluso Rampelli.