Rampelli: “Piazza Italia ha aperto un nuovo orizzonte per la destra italiana”
Piazza Italia “è stata la prima manifestazione di tre giorni dopo il confinamento, a dimostrazione che bisogna essere premurosi e rispettare le regole, ma senza rinunciare alla libertà, alla partecipazione, alla democrazia”. Così Fabio Rampelli, stilando un consuntivo su Fb, alla fine della tre giorni di Colle Oppio.
Il consuntivo del vicepresidente della Camera
“Occorre rimettere in discussione – prosegue il vicepresidente della Camera, nel suo post – il modello di sviluppo globale, investire sui principi fondanti dell’Occidente e avere a cuore l’identità italiana, valore culturale ma anche economico dalle potenzialità inimmaginabili. Occorre fermare quel mostro che sta cercando, in omaggio al dio denaro, di omologare, standardizzare, inondare l’umanita di informazioni spesso inutili, buone però per condannare alla solitudine e uccidere i legami più autentici. Al mercato globale non servono persone ma perfetti ed eguali consumatori, non uomini o donne, ma prodotti buoni per incrementare i profitti del capital-comunismo. Perché – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – questo è accaduto nell’ultimo secolo: due dottrine materialiste apparentemente opposte e originariamente in conflitto tra loro si sono trovate insieme e propugnano modelli di società simili. Stessa esigenza di controllo sociale, sfruttamento dei lavoratori, tendenza a oligarchia, atomizzazione, massificazione, stesse periferie inanimate intorno alle città, stessi linguaggi e l’insopprimibile necessità di uccidere ogni diversità tra persone, sessi, comunità, popoli”.
Da Piazza Italia per rimettere al centro la persona
“Tre giorni di dibattiti e approfondimenti, premi a personalità meritevoli, presentazione di libri non conformisti ed eventi artistici nel cuore della capitale. Piazza Italia chiude il sipario, ma apre il nuovo orizzonte della destra italiana, quello nel quale uno Stato, forte ma non oppressivo, genera nuova ricchezza, unica soluzione per poter sconfiggere davvero la povertà.
Solo un’Italia giusta e libera, – conclude Rampelli – che metta al centro la persona e la sua irripetibilità può rinascere a nuova vita e tracciare una nuova rotta per un nuovo Occidente. Il ritorno della civiltà”.