Salvo Pogliese scrive ai catanesi: “Non lascio la nave in tempesta. Non sono Schettino!”

25 Lug 2020 14:48 - di Redazione

“Per me sarebbe molto più semplice abbandonare la nave nel mare in tempesta. Per dare serenità a me e alla mia famiglia. Ma io non sono Schettino!”. Amareggiato per una sentenza  ingiusta, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese ha scritto una lettera aperta ai suoi concittadini. Da ieri è sospeso dall’incarico  dopo la condanna in prima grado a quattro anni e tre mesi per peculato nell’ambito del processo per ‘spese pazze’ all’Ars.

Pogliese: non abbandono la nave, non sono Schettino

Nella lunga missiva, pubblicata integralmente su Facebook, il primo cittadino della città etnea rivendica il suo amore per Catania. E spiega le ragioni che lo spingono a restare in pista.  “Io ci sarò come primo tifoso di questa squadra. Il capitano non giocatore che ama i colori di una città struggente e splendida. Preservandola dagli sciacalli che ne vogliono solo il male”.

Il  commovente affetto che mi viene tributato in queste ore da tantissimi catanesi – continua Pogliese – mi risarcisce dalla grande amarezza per una sentenza profondamente ingiusta e sbagliata. Che ho dovuto subire. Ma che rispetto e osservo. “Nella mia vita non mi sarei mai immaginato di dover dar conto della mia adamantina dirittura morale. Per cui ho investito tutta la mia esistenza umana e politica. E tuttavia, la sfida in cui mi sono cimentato nel giugno 2018 per salvare Catania, mi richiama a rinnovare il gesto d’amore verso la mia città”. Lo stesso amore – ricorda Pogliese – per cui non ha esitato a lasciare la comoda poltrona di deputato europeo. “Con una decurtazione dell’80% della mia indennità. E rinunziando alle tutele giuridiche che quel ruolo mi avrebbe garantito”.

“Serve una nuova marcia per non disperdere il cammino”

Poi ricorda il cammino virtuoso avviato a Catania.  “Che solo degli sciagurati e degli irresponsabili possono auspicare venga traumaticamente interrotto. Da un lungo commissariamento. In una città ancora pesantemente segnata dall’emergenza Covid-19. “Adesso la città ci richiama alla responsabilità. E per questo, anziché fermarsi ritengo debba invece inserirsi una nuova marcia. Quella della generosa passione per rilanciare lo straordinario cammino fin qui compiuto. Senza risparmio di energie».

Pogliese rivendica con orgoglio il lavoro fatto in questo due anni. “Abbiamo corretto la rotta di una barca in balia del mare in tempesta. Per un dissesto decretato dalla Corte dei Conti. Ancora prima del mio insediamento a sindaco. Abbiamo salvato la città dall’emergenza economica e sociale. Grazie all’approvazione di quel famoso emendamento al decreto crescita. Che ha evitato 1.300 licenziamenti. E la mancata erogazione per 6 mesi di 5.000 stipendi”.  Inoltre, scrive Pogliese “abbiamo messo in campo un effettivo piano di risanamento finanziario e di progettualità urbanistica. Con l’approvazione delle linee guida del Prg. Che la nostra città aspetta da oltre 50 anni. Abbiamo puntato  su un nuovo modello di sviluppo. Che mirasse soprattutto sul turismo. Triplicando gli introiti della tassa di soggiorno. Abbiamo predisposto un nuovo modello amministrativo. Che ci permette di rilasciare la licenza edilizia in 24 ore. Primo comune in Italia”.

Adesso non resta che attendere il lavoro della magistratura. Con ottimismo e fiducia.  “Supereremo anche questa difficoltà tutti assieme come abbiamo fatto ogni giorno. Ancora una volta lo facciamo per una scelta d’amore. Generosa e limpida come ognuno può e deve, verso una città a cui ci inchiniamo con il cuore gonfio di un orgoglio senza fine”.

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