Il tesoro di mister Amazon ha superato il Pil del Qatar. Può temere l’Antitrust italiana?

22 Lug 2020 18:42 - di Giovanni Pasero
Antitrust

I funzionari dell’Antitrust hanno svolto ispezioni nelle sedi di Amazon Italia e Apple Italia. L’avvio dell’istruttoria nei confronti dei due colossi tecnologici intende accertare se Apple e Amazon abbiano messo in atto un’intesa restrittiva della concorrenza per vietare la vendita di prodotti a marchio Apple e Beats da parte dei rivenditori It che non aderiscono al programma ufficiale Apple.

Indagine su un patto Apple e Amazon

Tuttavia, il procedimento e l’eventuale multa dell’Antitrust, saranno comunque risibili rispetto al potere economico dei due colossi. Infatti, solo ieri, lunedì 21 luglio, il patrimonio di Jeff Bezos, l’amministratore delegato del colosso delle vendite on line, è cresciuto di 13 miliardi di dollari, arrivando a un totale di 189,3 miliardi. Secondo gli esperti di Bloomberg, si tratta dell’incremento di capitale più importante della storia. Questo risultato è una conseguenza di un incremento dell’8% delle azioni di Amazon. Un aumento legato al sempre maggiore ottimismo negli investitori per la continua crescita degli acquisti on-line. Bezos era già l’uomo più ricco del mondo, ma durante l’emergenza coronavirus ha incrementato ulteriormente il proprio capitale. Per esempio, tanto per avere un parametro, le sue ricchezze personali superano il Pil del Qatar (183 miliardi di dollari). Oltre ad Amazon, ieri sono cresciute in borsa anche Microsoft (+4,3%) e Tesla (+9,7%).

Gasparri plaude all’intervento dell’Antitrust

”L’istruttoria dell’Antitrust farebbe emergere l’ennesimo, insopportabile, atto di arroganza da parte dei giganti della rete nei confronti delle imprese italiane. Imprese già fortemente colpite dalla concorrenza sleale dovuta dall’immunità fiscale di cui questi colossi godono”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. ” Ma cosa si aspetta per definire una volta per tutte regole di mercato chiare anche per i giganti della rete? Perché un commerciante italiano deve essere sottoposto a mille controlli, rivoli burocratici e gabelle, e probabilmente anche a questi cartelli sulle vendite, mentre chi fattura milioni e milioni di euro nel nostro Paese si ritrova a pagare in percentuali risibili?”, dice ancora. “Ben vengano iniziative come quella dell’Antitrust che scardinano un sistema di potere sul mercato favorito, lo ribadiamo, anche da chi all’interno del Parlamento strizza l’occhio a questi grandi gruppi contribuendo alla chiusura di migliaia di aziende che nel silenzio delle nostre città, dei nostri centri storici, ogni giorno abbassano la loro serranda per l’ultima volta”, conclude.

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