M5S e Pd ai ferri corti sulle regionali. La Lezzi ai dem: «Scordatevelo, non vi portiamo i nostri voti»

5 Lug 2020 10:44 - di Giorgio Sigona
M5S e Pd

Aumenta la tensione tra M5S e Pd, nonché all’interno dei pentastellati. I nodi da sciogliere sono molti e aumentano giorno dopo giorno. In gioco non ci sono solo i rapporti e gli equilibri nel governo, ma anche le intese a livello locale. Con le regionali alle porte, il nodo delle intese va sciolto. I dem accelerano, vogliono il cartello comune “contro la destra” (la solita scusa per l’ammucchiata). Una parte dei grillini, invece, non ne vuol sapere.

Barbara Lezzi: «M5S e Pd corrano divisi»

Esce allo scoperto Barbara Lezzi in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. «Io penso al mio Movimento. Non ci sono condizioni per le alleanze perché siamo una forza alternativa», dice la senatrice del M5S. «Penso alla Puglia: il piano sanitario è lo stesso di Fitto ed è stato attuato prima da Vendola e poi da Emiliano. A noi non piace quel piano e noi dobbiamo pensare ai pugliesi, non a portare voti al Pd».

 «Non portiamo i nostri voti ai dem»

Il matrimonio tra M5S e Pd alle regionali non s’ha da fare. «Il Movimento ha un altro progetto», continua la Lezzi. «Non stiamo in politica per portare voti al Pd, ma perché abbiamo progetti alternativi rispetto al Pd e alla Lega. Andiamo avanti per la nostra strada».

Sibilia controreplica

Di tutt’altro avviso è Carlo Sibilia, del M5S. «Se uno ha un accordo nazionale, è un controsenso non trovare una quadra sul territorio. Spero si trovi una sintesi, altrimenti sarebbe complicato spiegarlo agli elettori. Certo, non solo dove serve al Pd», dice.

Zingaretti e compagni insistono

I dem, invece, non mollano la presa. Per M5S e Pd andare divisi significa perdere, Zingaretti e compagni lo sanno bene. «Entrare in campagna elettorale mentre il governo è chiamato ad affrontare grandi difficoltà, con le forze politiche che lo sostengono in competizione tra loro, non è il migliore degli scenari». Lo afferma Andrea Orlando, vicesegretario del Pd. In un’intervista al Corriere della Sera dice che «la porta per l’allargamento delle coalizioni è sempre aperta».

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