Il pilota monegasco Leclerc contro gli ipocriti dell’inginocchiatoio: preferisce restare in piedi

6 Lug 2020 13:00 - di Redazione

Al Gran Premio d’Austria il pilota Charles Leclerc si è reso protagonista di un gesto che ha demolito l’ipocrisia antirazzista che da settimane ci viene propinata in tutte le salse. Leclerc ha rifiutato di inginocchiarsi come gesto simbolico in difesa dei diritti dei neri. “Quello che conta sono i fatti. Non m’inginocchierò, ma questo non significa affatto che sia meno impegnato di altri nella lotta alle discriminazioni”, ha scritto in un tweet destinato a far discutere.

“Credo che contino i fatti e i comportamenti nella nostra vita quotidiana rispetto a gesti formali che potrebbero essere giudicati controversi in alcuni Paesi”, ha scritto il ferrarista. Come Leclerc anche altri piloti hanno rifiutato di mettersi in ginocchio. Con lui, non si sono inginocchiati Max Verstappen, Antonio Giovinazzi, Daniil Kvyat, Carlos Sainz e Kimi Raikkonen.

Anche Verstappen ha spiegato le motivazioni del suo rifiuto: “Sono impegnato a favore dell’uguaglianza e per la lotta al razzismo. Ma credo che ognuno abbia il diritto di esprimersi quando e come ritiene più opportuno. Non mi inginocchio oggi ma rispetto e sostengo le scelte personali di ogni pilota”. Nella giornata di sabato, l’associazione dei piloti (GPDA) ha espresso una posizione “contro il razzismo e il pregiudizio, abbracciando i principi della diversità, dell’uguaglianza e dell’inclusione”.

Nato nel Principato di Monaco il 16 ottobre 1997, Leclerc ha vissuto due dolorosi lutti: la morte del padre a soli 54 anni e quella dell’amico Jules Bianchi, lo sfortunato collega morto nel 2015. L’esordio con la Ferrari nel 2019 è stato subito impressionante: in questo inizio di stagione Leclerc ha a lungo dominato il Gp del Bahrain, ma il motore della sua monoposto lo ha tradito proprio alla fine con il pilota che comunque è riuscito a terminare la gare al terzo posto.

 

 

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