Il presidente dell’Opera nomadi: “Alemanno avviò una vera integrazione, la Raggi ha rovinato tutto”
Matteo Salvini? “Non sa nulla”. Il presidente nazionale dell’Opera nomadi, Massimo Converso, critica il leader leghista dopo le sue dichiarazioni a proposito dei campi rom nella Capitale. Eppure, su una cosa sembra dargli ragione: la situazione nella Capitale è ormai allo sbando. Si scopre così che le critiche più dure Converso non le rivolge all’ex ministro dell’Interno, con il quale pure non è tenero, ma al sindaco Virginia Raggi, le cui politiche hanno peggiorato la situazione, che invece era stata affrontata con efficacia da Gianni Alemanno.
L’Opera nomadi: “Con Raggi situazione peggiorata”
Il presidente dell’Opera Nomadi accusa l’amministrazione Raggi di aver ”esautorato l’Assessora al ramo, sostituendola con una remuneratissima consulente”. Poi chiarisce che ”la situazione è peggiorata sia per quanto riguarda la condizione abitativa sia sulla scolarizzazione dei minori“. ”Tutto qui nell’area urbana di Roma è affidato all’improvvisazione. Anche i due milionari progetti della sindaca Raggi su Boccea e Ciampino – prosegue Converso – non stanno dando che modestissimi risultati, perché affidati a gruppi di incompetenti retribuiti però da una ricca e potente organizzazione internazionale con fondi europei”.
L’efficacia delle politiche di Alemanno
Eppure una strada per favorire l’integrazione dei rom e la fine di quella vergogna che sono ancora – e sempre di più – le condizioni di certi campi esisteva già. E, come sottolineato proprio dal presidente dell’Opera nomadi, l’aveva tracciata Alemanno, avviando un progressivo processo di chiusura dei campi. Si trattò di un percorso improntato alla legalità, nel quale lo smantellamento di quelle che di fatto sono vere e proprie aree franche passò per l’accompagnamento delle famiglie all’ingresso in vere e proprie case. Anche popolari, nei casi in cui l’amministrazione riscontrò i requisiti. Proprio a questo fa ora riferimento Converso, sottolineando che “già dall’epoca del sindaco Alemanno si era avviata una assegnazione, legalissima, molto decentrata di case popolari che ha portato a centinaia di collocazioni che registrano una sufficiente integrazione nel tessuto sociale di Roma”.