Il piano di Autostrade spacca il governo. Il no dei 5s sa di tattica: «I grillini sono come gli struzzi»

12 Lug 2020 8:45 - di Liliana Giobbi

Un risarcimento di 3,4 miliardi per evitare il procedimento di revoca e chiudere un braccio di ferro iniziato con la tragedia del crollo del ponte Morandi. Questo, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti di primo livello, il piano di Autostrade inviato al governo, che prevederebbe anche 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché un taglio dei pedaggi.

Il piano di Autostrade, le novità

Messa inoltre nero su bianco la disponibilità dell’azienda di aprire il capitale a nuovi investitori, una strada che passa dall’aumento di capitale. Elemento di assoluta novità, è che nell’offerta targata Aspi, viene assicurato all’Adnkronos, non figurerebbe la richiesta di modifica del decreto Milleproroghe. Si tratta, in altre parole, dell’articolo che riduceva l’indennizzo, in caso di revoca, a 7 miliardi, cifra di gran lunga più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. Nessuna richiesta di modifica, dunque, nella speranza di chiudere la partita con un accordo.

Il no dei grillini

Ma il piano di Autostrade non basta a convincere i grillini. «Per noi resta no», spiegano fonti di primo piano del M5S all’Adnkronos “bocciando” la proposta. Per i 5S la via maestra resta dunque quella della revoca o in alternativa l’uscita di scena dei Benetton da Aspi, senza ruoli di minoranza. Ma a questo punto la parola decisiva spetterà al Cdm, dove le posizioni delle forze di maggioranza restano distanti.

La strategia ormai smascherata del M5S

Una posizione che sa di piccola strategia che serve ai grillini per non perdere la faccia. Le forze di governo sono spaccate, Pd e renziani la pensano in modo diverso. E il leghista Edoardo Rixi non ha dubbi, è una commedia. «I Cinquestelle ormai sono come gli struzzi: mettono la testa sotto la sabbia e ingoiano qualsiasi cosa. Pur di rimanere lì sono disposti a fare di tutto, si è visto e si continuerà a vedere». Poi aggiunge: «Non vorrei che finisca che una finanziaria pubblica entra a dare liquidità ad una società che oggi è privata. E poi magari sarà il pubblico ad accollarsi gli oneri eventuali delle compensazioni che invece dovrebbero spettare al privato».

Commenti

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  • Pasquale Masellis 12 Luglio 2020

    #SE NE DEVONO ANDARE SE NE DEVONO ANDARE SE NE DEVONO ANDARE
    #TE NE ANDRAI ANCHE TU TE NE ANDRAI ANCHE TU TE NE ANDRAI ANCHE TU
    #AVEVO VOTATO PER TE NON TI VOTERO’ PIU NON TI VOTERO’ PIU’.