Aspi e Anas, scontro nel governo. Cancelleri: «Via i Benetton». Renzi: «Una sciocchezza cacciarli»
Aspi e Anas, scontro nel governo. Il viceministro Cancelleri detta la linea sulle società pubbliche partendo da un presupposto di base: “Via i Benetton”. Renzi replica subito sul punto: “Impossibile. Basta col populismo degli annunci”. Ed è polemica al vertice…
Aspi e Anas, scontro nel governo: Cancelleri vs Renzi
«Il governo deve intervenire immediatamente, scrivendo la parola fine a questa vicenda che è davvero arrivata a battute finali. Non possiamo più aspettare». Così il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giovanni Cancelleri, ospiteai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1, sulla questione di Aspi e la gestione del nuovo ponte di Genova. «Sono più di 4 mesi – ha ricordato – che diciamo che saremmo arrivati all’inaugurazione e che senza sapere a chi darlo sarebbe diventato un grande problema per il governo. Il grido di allarme lanciato in questi mesi è stato poco ascoltato, adesso siamo arrivati alle battute finali e si deve prendere una decisione», ha detto ancora.
Cancelleri, commissariare Aspi e gestione Ansas solo per i controlli di sicurezza
«Commissariamento di governo di Aspi e la gestione di Anas solo per i controlli di sicurezza» delle strade, la soluzione che propone il viceministro. «Ovviamente non si perde un posto di lavoro», chiarisce. Aggiungendo come poi si debba procedere con «la messa al bando delle concessioni che in due o tre anni devono essere riassegnate», aggiunge. «È chiaro che in questo momento la presenza dei Benetton è un grande problema. Hanno dimostrato di non saper gestire la cosa pubblica, i beni dello Stato, i beni dei cittadini e quindi non possiamo ancora lasciarglieli nelle mani. Noi – aggiunge – stiamo proponendo una revoca, attraverso il commissariamento e attraverso l’estromissione di Spea, con l’affidamento dei controlli di sicurezza ad Anas perché Spea li taroccava».
Renzi, basta populismo degli annunci: passare dalle chiacchiere ai fatti
«Sono entusiasta che ci abbiano dato ragione sullo sblocco dei cantieri dopo averci insultato per mesi – dichiara di contro Renzi dalle colonne de La Stampa – ma ora i risultati si devono vedere. Lo stesso vale per Autostrade: è il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti. Dopo due anni non si può continuare ad urlare “revocheremo” o “cacceremo i Benetton”. Perché è molto semplice, ma impossibile da farsi: basta col populismo degli annunci». E ancora: «Tutti sapevano che la gestione sarebbe andata ad Autostrade: era già previsto all’inizio del percorso. Ma ora basta con la politica dei rinvii. Non puoi dire “revoco”, lasciando aperta così a lungo la questione. In un senso o nell’altro le decisioni vanno assunte. Perché altrimenti rischiamo una doppia beffa: il ponte è ricostruito e il dossier resta aperto. E l’eventuale revoca si trasforma in un regalo per la proprietà».
Renzi intervistato da “La Stampa”
Renzi, lei è diventato il miglior alleato di Conte per paura delle elezioni anticipate? All’insidiosa domanda, l’ex premier risponde: «Siamo alle solite esagerazioni. Non siamo alleati supini del premier, né abbiamo paura delle urne. Il 21 settembre, con le elezioni regionali, molti se ne renderanno conto. Nelle vittorie del centrosinistra, Italia Viva sarà determinante. Faccio un ragionamento sul Paese: se andassimo a elezioni prima della scadenza del Quirinale, faremmo un gigantesco autogol e un regalo ai sovranisti. Dobbiamo eleggere un presidente della Repubblica europeista e anti-sovranista». Si parla tanto di riforma elettorale ma tanto finirà sul binario morto ad agosto? «Trovo allucinante che si insista a parlare di legge elettorale in questo momento».