Il figlio di Selvaggia Lucarelli va al gazebo e contesta Salvini: «Vuoi il male degli immigrati»

5 Lug 2020 16:41 - di Mia Fenice
Lucarelli

Il figlio di Selvaggia Lucarelli, 15 anni, ha contestato il leader della Lega, Matteo Salvini. La contestazione è avvenuta al gazebo del partito allestito questa mattina davanti a un centro commerciale di Milano. Il ragazzo è stato identificato da un agente della polizia. Tutto è successo non appena finito il comizio improvvisato del politico a cui il ragazzo, 15 anni, aveva assistito insieme alla madre, giornalista e scrittrice. Appena Salvini ha iniziato a farsi i selfie con i supporter, il giovane lo ha incalzato: «Volevo ringraziarla per il suo governo omofobo e razzista». «Sì, dai, anche un po’ fascista», gli ha risposto l’ex vicepremier. «Lei vuole il male delle persone che arrivano da altre nazioni», ha aggiunto, di rimando.

Il figlio della Lucarelli: «Ridicolo, mi ha fermato la polizia»

Dopo lo scambio di battute con Salvini, il ragazzo è tornato dalla madre ed è stato raggiunto dalla polizia, a cui ha fornito le sue generalità. «Mi hanno fermato così, senza alcun tipo di insulto personale, attacco o parolaccia. Ho detto la mia opinione, ho detto che molte persone della comunità di colore non lo sopportano per il suo comportamento razzista. Hanno provato a cacciarmi e adesso mi ha fermato la polizia. Non c’è libertà di espressione. Sono stato fermato prima dalle guardie del corpo e poi dalla polizia, è una cosa ridicola». Ha raccontato poi il giovane ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa fosse successo.

La reazione della giornalista

«Lui ha fatto quello che si sentiva di fare, non sapevo quello che avrebbe detto, ma lo condivido. Ho cresciuto un ragazzo libero e con il coraggio delle proprie scelte». Ha poi spiegato all’Adnkronos Selvaggia Lucarelli. La giornalista e scrittrice ha assistito al breve comizio perché il centro commerciale si trova sotto casa sua. «Ci tengo a precisare che non siamo andati apposta lì per Salvini. Il gazebo si trovava a due passi da casa nostra. Di fronte al bar dove andiamo di solito a fare colazione». Autorizzato dalla madre, il ragazzo ha precisato di non essere pentito di quello che ha fatto. «Rifarei quello che ho fatto. Non sono pentito e non cerco visibilità. Trovo ridicolo che mi abbiano identificato».

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