Foibe, Giorgia Meloni: «A Basovizza poteva essere una giornata storica, è stata un’occasione persa»
Non una giornata storica, ma “un’occasione mancata“. Così Giorgia Meloni giudica l’incontro tra Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor con la visita, tra l’altro, alla foiba di Basovizza. Se da un lato, infatti, c’è la “potenza simbolica” di alcuni gesti, dall’altro ci sono scelte e tappe che lasciano un senso di “amarezza”.
Meloni su Basovizza: quel gesto simbolico non basta
Per la leader di FdI, infatti, “colpisce la potenza simbolica dell’immagine” di Mattarella che si tiene per mano con Pahor davanti alla Foiba di Basovizza. “Da molto tempo – ha ricordato Meloni – si chiedeva un atto solenne di questo tipo nel complesso cammino di riconciliazione che Italia e Slovenia stanno facendo. Rimane però l’amarezza per la sbagliata equiparazione tra gli infoibati italiani e i quattro terroristi del Tigr. Con l’omaggio richiesto dal governo sloveno al cippo di Basovizza e la scelta di celebrare questa cerimonia nel centenario dell’incendio del Narodni dom di Trieste”. Ugualmente, per Meloni, “non è condivisibile la scelta di trasferire la proprietà dell’edificio alla comunità slovena, visto che l’Italia aveva già ampiamente dato il suo risarcimento con la ricostruzione del Teatro sloveno di via Petronio”. “Dunque – ha concluso la leader di FdI – amarezza e delusione per una giornata che sarebbe potuta essere storica. Ma che si trasforma in una grande occasione mancata”.
Rizzetto: “Messi a tacere i negazionisti, ma…”
Un bilancio con qualche luce e molte ombre è stato tracciato anche dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che tra l’altro ha posto l’attenzione sull’inopportuna decisione di ammainare il tricolore che sventola sul monumento alle vittime italiane delle foibe. E di “questioni che restano irrisolte” ha parlato anche il deputato di FdI, Walter Rizzetto. In particolare, per Rizzetto, “la presenza dei due Presidenti a Basovizza è una risposta forte e definitiva a qualche negazionista che ancora si permette di obiettare su vicende ormai certe e drammatiche”. “Di sicuro – ha sottolineato l’esponente di FdI – non ci sono sfuggite le proteste degli sloveni per la presenza stamani di Pahor a Basovizza. Ma se questa occasione pone le basi per una riconciliazione importante – ha precisato l’esponente di FdI – non potremo dire che le questioni sono definitivamente risolte fintanto che gli esuli e le loro famiglie non riceveranno una dignitosa risposta rispetto alla restituzione dei beni che hanno dovuto, loro malgrado, abbandonare”.