Dirottò bus con 50 ragazzini, Ousseynou Sy condannato a 24 anni. Ma per lui il mostro è Salvini

15 Lug 2020 16:45 - di Federica Parbuoni
bus ragazzini

Una condanna a 24 anni di carcere. È quella che la Corte d’Assise di Milano ha comminato a Ousseynou Sy, il 47enne di origini senegalesi che il 20 marzo 2019 sequestrò, dirottò e incendiò un bus con a bordo una scolaresca di Crema di 50 ragazzini e tre accompagnatori. I giudici, dunque, hanno accolto in pieno la richiesta del pm Luca Poniz, che ammontava proprio a 24 anni per i reati di sequestro di persona con finalità di eversione o terrorismo, strage, incendio, lesioni e resistenza.

Condannato anche il ministero dell’Istruzione

La sentenza è arrivata dopo 4 ore di camera di consiglio. E, insieme a Sy, sono stati condannati anche il ministero dell’Istruzione e Autoguidovie. I giudici li hanno ritenuti responsabili civili. Dovranno pagare un risarcimento di 25mila euro per ciascuno dei raggi e 3mila per i genitori. Anche il comune di Crema ha ottenuto un risarcimento, che ammonta a 10mila euro. “Siamo assolutamente soddisfatti dalla sentenza. Ci eravamo messi nelle mani della giustizia e siamo soddisfatti”, hanno detto i genitori di alcuni dei ragazzi. “Anche per i nostri figli è un insegnamento e li farà sentire vicini alle istituzioni”, ha sottolineato poi una madre, mentre un padre ha piegato che i ragazzi dopo l’esperienza vissuta “stanno reagendo e migliorando ognuno a seconda del proprio carattere. L’importante – ha sottolineato l’uomo – è che sia arrivata una condanna adeguata“.

Riconosciuta la finalità di terrorismo

È stato poi il legale dei ragazzi, l’avvocato Antonino Andronico, a sottolineare che la Corte “ha accolto in pieno le richieste dell’accusa e ha qualificato il gesto come attentato con finalità di terrorismo, sequestro con finalità di terrorismo e che, con la condanna del Miur, “è passato il principio per cui il Ministero dell’Istruzione è responsabile per quanto accade ai bambini durante l’orario scolastico”. Il legale di Sy, Giovanni Garbagnati, dal canto suo ha “preso atto”, annunciando che “leggeremo le motivazioni e presenteremo sicuramente appello”.

L’autista che dirottò il bus coi ragazzini accusa Salvini

Ma durante l’udienza lo stesso Sy ha voluto prendere la parola, riproponendo le deliranti giustificazioni con cui motivò il suo gesto già nei giorni dell’arresto. “Il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane. Non ne potevo più di vedere gli orrori tutti i giorni”, ha detto in riferimento alle morti di migranti nel Mediterraneo. Ma Sy non si è fermato lì e ha anche tentato di passare per vittima del razzismo, lamentando di essere stato dipinto come “il mostro cattivo con tutti i pregiudizi che la maggior parte della popolazione ha contro gli stranieri”. Invece, a quanto si evince dalle sue parole, il vero mostro sarebbe Matteo Salvini. “Rinnovo le mie accuse contro Salvini di crimini contro l’umanità“, ha spiegato, definendo la richiesta di condanna avanzata dai pm nei suoi confronti come “abnorme e ingiusta”. “Mi sono chiesto come facciate a chiedere questa pena nel nome del popolo italiano. Se la colpa dei padri dovesse ricadere sui figli non basterebbero due vite al popolo italiano – ha concluso Sy – per rimediare ai crimini e agli orrori commessi in Africa“.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *