Covid, valanga di insulti all’infermiere dopo il suo sfogo sui social: «Fai schifo», «datti fuoco»

13 Lug 2020 8:10 - di Liliana Giobbi
infermiere

Aveva scritto un post per ricordare che «il coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro». E lo aveva fatto perché «in reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid» anche se «la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo o l’inizio di aprile». Ora, però, l’infermiere dell’ospedale di Cremona – il cui sfogo con selfie in mascherina su Facebook era diventato virale – è finito nel mirino degli utenti. Che lo hanno accusato di aver «mentito», di essere «un bugiardo» e «una m….». E ancora, di aver contribuito a «diffondere il terrore».

L’astio nei confronti dell’infermiere

Il motivo di tanto astio? La precisazione arrivata in seguito alla viralità del post prima dall’Asst e quindi all’Adnkronos Salute dal direttore sanitario della struttura, Rosario Canino. «La premessa d’obbligo è che siamo lontani anni luce dalla crisi di marzo-aprile. Possiamo definirla una situazione abbastanza tranquilla, attenzionata ma tranquilla. Da venerdì scorso», aveva spiegato,  «abbiamo avuto dei ricoveri, in tutto parliamo di 10 pazienti, 8 in Malattie infettive e due in Pneumologia. Di questi ultimi solo uno è in ventilazione non invasiva col casco. Le condizioni di tutti sono stabili e non c’è preoccupazione né si deve fare allarmismo».

Sui social si susseguono gli insulti

Precisazioni che gli utenti non hanno preso bene, accusando Luca Alini – questo il nome dell’infermiere – di aver «generato terrore» fra i cittadini, provati da mesi di pandemia. E così è partito l’assalto al profilo Facebook di Alini, che ha nascosto il post diventato virale. Ha lasciato visibile e commentabile scritti meno recenti insieme a un nuovo post pubblicato dopo “il bailamme”. Insieme a qualche attestato di stima, è lì che si concentrano la maggior parte degli insulti: «Fai schifo», «buongiorno con un bel vaffa». La lista è lunga. «Patetico», «sei da denuncia», «ti devono licenziare», «terrorista», «datti fuoco», «uomo di m….». L’infermiere ha deciso di non replicare.

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