Covid, “assalti concentrici di 2 ceppi virali diversi. E non solo»: lo studio sulla virulenza in Lombardia

11 Lug 2020 13:31 - di Filomena Auer
Covid a Milano foto Ansa

Covid in Lombardia, “assalti multipli e concentrici di 2 ceppi virali diversi. E non solo». Uno studio concentrato proprio sulla virulenza del virus nella regione spiega il perché di tanta e tale virulenza e l’origine della «tempesta virale». Parlando dell’epidemia di Sars-CoV-2 che ha colpito la Lombardia, nelle scorse settimane il presidente del Policlinico San Matteo di Pavia, Alessandro Venturi l’aveva descritta non a caso come «una pioggia di meteoriti» che si è abbattuta «in contemporanea e all’insaputa di tutti». Il riferimento era agli esiti che erano in arrivo da uno studio condotto da ricercatori dell’Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano e dell’Irccs pavese, secondo cui il virus ha attaccato la regione con un “assalto multiplo e concentrico”.

Covid in Lombardia, lo studio: ecco perché lì è stato così violento

La Fondazione Cariplo ha promosso e sostenuto il lavoro che gli esperti hanno presentato ieri durante un incontro nel capoluogo meneghino. Nella loro analisi, gli autori del report spiegano che si tratta dello studio più ampio condotto finora sul sequenziamento del virus Sars-CoV-2 in Lombardia. È una foto di quanto accaduto dall’inizio dell’anno. Ottenuta analizzando le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse del territorio regionale. I dati sono stati messi a disposizione della comunità scientifica internazionale in modalità open access.

La circolazione del virus anche in tempi precedenti

Sono informazioni che, spiega il responsabile scientifico dello studio Carlo Federico Perno, «mostrano inequivocabilmente che il virus è entrato in Lombardia prima di quel che si pensasse in origine. E, aggiunge il direttore della Medicina di laboratorio del Niguarda, che soprattutto lo ha fatto in luoghi diversi. Ma in tempi molto vicini tra loro». La presenza di catene di trasmissione a partire dalla seconda metà di gennaio, documentata dalla ricerca, non esclude la circolazione del virus anche in tempi precedenti. Sebbene, spiega il report, con modalità erratica e non riferibile a eventi massicci di trasmissione.

Circolazione silente, multipla e simultanea di ceppi diversi

«Non è possibile escludere, dunque – concludono gli autori dello studio – che tale circolazione silente, multipla e simultanea di ceppi diversi, possa aver esacerbato la già elevatissima trasmissibilità del virus e aver creato così una vera tempesta virale in una regione così densamente popolata, come la Lombardia, rendendo difficili gli interventi di contenimento della diffusione stessa».

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