Coronavirus, cala a 15 morti il bilancio. Gli infermieri eroi in rivolta contro il governo Conte
Altri 15 morti in Italia per coronavirus, un dato in forte calo rispetto a ieri (30) ma aumentano i contagi. I decessi dall’inizio dell’emergenza sono 34.833, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 223 nuovi casi (di cui 115 in Lombardia), contro i 201 di ieri, per totale di 241.184 persone colpite da Covid-19 dall’inizio dell’epidemia. Un aumento legato forse al boom di tamponi, 77.096 in un giorno, contro i 53.243 di ieri.
Dati positivi dal bollettino sul coronavirus
I guariti in 24 ore sono 384 (ieri 366), per un totale di 191.467. Per effetto di questi dati, scende di altre 176 persone il numero dei malati attuali in Italia, che sono ora meno di 15mila, come non succedeva dal 13 marzo.
Dati sostanzialmente positivi, dunque, dal bollettino quotidiano del ministero della Salute, che stima anche un calo dei ricoveri rispetto alla media degli ultimi giorni: 7 posti letto in meno in regime ordinario (i ricoverati sono ora 956), mentre le terapie intensive calano di 3 unità e sono in tutto 79. Le persone in isolamento domiciliare sono 13.849, 166 in meno rispetto a ieri.
La protesta degli infermieri
Da eroi nazionali, a illusi e abbandonati. Gli infermieri italiani scendono in piazza, domani, a Milano, come previsto. “Domani noi infermieri cominceremo una nuova battaglia e scenderemo in piazza uniti più che mai: arriveremo in Lombardia da diverse regioni italiane. Saremo tantissimi, a Piazza Duomo, a Milano, per urlare forte il nostro dissenso, il nostro dolore, il nostro infinito malcontento verso un Governo mai così cieco e sordo alle nostre richieste”, a partire dalla “necessità di un riconoscimento professionale ed economico strutturale, che manca all’appello da ormai 20 anni”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, illustra la manifestazione di domani, con appuntamento in piazza Duomo, alle 10.30.
Uniti contro il governo Conte
“Ma l’evento di Milano – prosegue De Palma – sarà soprattutto l’occasione per ‘serrare le fila’ e trovare nuova forza gli uni negli altri, perchè chi sta al potere capisca una volta per tutte che gli infermieri, seppur pacificamente, non intendono affatto fermarsi qui. Non lo faremo – spiega – finché non avremo ottenuto quegli aumenti in
busta paga che meritiamo, più di ogni altra categoria professionale, e non solo per quanto profuso sul campo contro la pandemia”.
“Siamo stanchi e logorati dalle promesse mancate, dagli elogi che risuonano come una presa in giro. La politica delle parole a cui non fanno seguito i fatti – ammonisce – ci ha davvero portati allo stremo. Giorni fa, abbiamo incontrato il Viceministro alla Salute Sileri – riferisce – gli abbiamo chiesto 500 euro di aumento in busta paga. Ci aspettiamo adesso risposte concrete, lotteremo senza sosta fino a quando qualcuno, ai piani alti, non si renderà conto che senza di noi non si cantano messe”, conclude De Palma.