Commissioni, la guerra delle poltrone fa esplodere il M5S: «Dovevamo avere di più. Vertici incapaci»

30 Lug 2020 13:52 - di Gigliola Bardi
m5s commissioni

Non solo le beghe interne alla maggioranza. La guerra delle poltrone andata in scena ieri con l’elezione dei nuovi presidenti e uffici di presidenza delle Commissioni di Camera e Senato fa emergere anche tutti i mal di pancia interni al M5s. All’indomani del voto è il deputato Leonardo Donno a far esplodere il bubbone, rassegnando le sue dimissioni da capogruppo in Commissione Bilancio. “Il MoVimento 5 Stelle è stato fortemente penalizzato”, ha tuonato Donno in una lettera indirizzata al capogruppo alla Camera, Davide Crippa.

Commissioni: il M5S voleva più poltrone

Per Donno il M5S ha ottenuto meno poltrone di quelle che auspicava per il “mancato/scarso coinvolgimento del gruppo parlamentare, portando avanti una trattativa che doveva e poteva avere un esito diverso“. “Ho trovato poi veramente discutibile l’imposizione di uno spostamento tattico di colleghi che non condividevano alcune scelte. Una brutta pagina per il gruppo parlamentare del M5S“, ha scritto il deputato, puntando poi l’indice contro i vertici. “Ritengo – ha spiegato – che questo direttivo abbia, di fatto, fallito a causa di autoreferenzialità e mancato ascolto del gruppo parlamentare. Imponendo spesso scelte non condivise dai colleghi e dal sottoscritto”.

Lotta interna e vertici sotto accusa

Già ieri era emerso come i malumori dei deputati grillini rispetto alla trattativa con gli alleati si fossero presto trasformati in una lotta interna. Oggi Donno è tornato sul tema rincarando la dose. “Il malumore crescente di questi mesi – ha scritto nella lettera indirizzata al capogruppo – è rimasto evidentemente inascoltato e ha portato a diversi scontri all’interno del gruppo parlamentare e, purtroppo, all’abbandono di alcuni componenti in altri partiti”. “C’è una sostanziale differenza tra capo e leader. È evidente – ha proseguito il deputato pentastellato – che il ruolo del capo lo avete esercitato in maniera egregia, creando però – ha concluso – spaccature enormi all’interno del gruppo….”.

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