Ambulanti in piazza contro il governo. Rampelli: “I nostri sindaci sblocchino i permessi per fiere e sagre”

28 Lug 2020 17:44 - di Redazione
ambulanti

Messi in ginocchio dalla stretta del governo su fiere e sagre. Gli ambulanti tornano sul piede di guerra. Da tutta Italia in tanti si sono ritrovati questa mattina in piazza Montecitorio. Nel mirino della protesta, organizzata dall’Ana (Associazione nazionale Ambulanti), le misure anti-covid di Palazzo Chigi. Che penalizzando l’intera categorie con la chiusura delle attività su strada. Striscioni e cartelli denunciano la situazione che stanno vivendo.

 Ambulanti in piazza: siamo sul lastrico

Dimenticati da Conte, si sentono degli ‘invisibili’. “Siamo qui per chiedere la tutela dei fieristi, di chi fa le feste/sagre di paese. Dei giostrai e degli ambulanti tutti”, spiegano. E chiedono al governo di eliminare per tutto l’anno la tosap e la cosap nel 2020. Aiuti economici concreti (modello ultima legge regione Sardegna). Il blocco degli spostamenti e della delocalizzazione dei mercati e dei posteggi in tutta italia. Diversi gli esponenti politici che hanno voluto essere al fianco degli ambulanti in piazza. Anche Matteo Salvini si è fatto vedere per una stretta di mano. “L’emergenza sanitaria è superata. Tenere gli italiani ancora chiusi è un attentato alla nostra Costituzione, gli italiani vanno liberati”, ha detto il leader della Lega.

Rampelli si appella ai sindaci:  sblocchino i permessi

Per Fratelli d’Italia è sceso in piazza Fabio Rampelli. “Siamo al fianco degli ambulanti per protestare contro la chiusura, causa Covid-19, di sagre e fiere”, ha detto il vicepresidente della Camera. “Chiusure drastiche che servono solo a deresponsabilizzare gli amministratori. E che colpiscono duramente l’economia reale. Attraverso il blocco delle attività produttive”. Per questo ha invitato i sindaci di Centrodestra a vigilare “sugli assembramenti in strade, piazze, litorali. Specialmente in orario serale e nei fine settimana. E a sbloccare invece le autorizzazioni per sagre, feste e fiere”. Nel rispetto delle norme. “Ci sono tante misure da prendere per garantire la sicurezza”, ha detto Rampelli. “A cominciare da una maggiore distanza tra i banchi esposti. L’aumento delle superfici di suolo pubblico. E altri provvedimenti utili a diminuire la densità degli utenti. Il divieto, invece, serve solo a mandare sul lastrico lavoratori e famiglie. E poi resta il principio cardine. Se lo Stato blocca in modo unilaterale un intero comparto allora deve mettere mano al portafoglio. E risarcirlo”.

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