A Battisti non piace il rancio del carcere. L’ira di Salvini: «Taci e digiuna, vigliacco comunista»

11 Lug 2020 15:44 - di Redazione
Battisti

Il rancio non è “ottimo e abbondante”, come era d’obbligo per le reclute rispondere, e lui protesta. Dove il “lui” non è un militare, ma un detenuto della categoria “eccellenti”: Cesare Battisti, già terrorista rosso. L’ex-pistolero dei Pac (Proletari armati per il comunismo) sta scontando due ergastoli nel carcere sardo di Massama, in provincia di Oristano. Vi è giunto nel gennaio del 2019 dopo una lunga latitanza dorata prima in Francia e poi in Brasile, dove ha goduto dell’amorevole protezione che i governi e i relativi establishment politico-culturali riservano solitamente ai “compagni che sbagliano“.

Battisti sta scontando due ergastoli

Alla galera Battisti non si è mai rassegnato. E così ieri si è presentato davanti al Tribunale di sorveglianza di Cagliari per sollecitare una diversa qualità e quantità di cibo somministrata dal servizio penitenziario. La notizia, anticipata dall’Unione Sarda, è stata confermata all’Ansa dal legale Gianfranco Sollai. L’avvocato non ha esitato ad esibirsi in una dotta dissertazione sul cibo, evidenziandone il legame non solo con la salute, ma persino con la  Costituzione. «Il cibo – ha spiegato – influenza il nostro stato di salute che è un principio costituzionalmente garantito. Il mio assistito si trova in stato di isolamento e può mangiare solo cibo somministrato dall’amministrazione mentre gli altri detenuti possono cucinare il cibo portato dai parenti o acquistato. Abbiamo sollecitato anche analisi ed esami per accertare il suo stato di salute – ha concluso Sollai -, mentre il procuratore generale ha chiesto il rigetto del reclamo».

A maggio ha giocato la “carta Covid” per ottenere i domiciliari

Un rifiuto che forse peserà sulla decisione del giudice, prevista entro una decina di giorni. In realtà, il cibo è solo un preteso per riproporre il tema dell’isolamento. Battisti, infatti, aveva già tentato di porvi fine facendo leva sul Covid. A metà maggio aveva inoltrato una richiesta al magistrato di Sorveglianza nella speranza di ottenere gli arresti domiciliari per scongiurare l’infezione da coronavirus. Ma il tribunale aveva respinto la sua richiesta. Ora si ripete sul cibo. Questa volta, però, le sue lagnanze non sono passate inosservate. Duro il commento su Facebook di Matteo Salvini: «Assassino comunista si lamenta del menù in carcere? Taci e digiuna, vigliacco».

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