Zona rossa, Conte faccia a faccia con la pm per 3 ore. Esercito pronto a bloccare tutto, perché fu fermato?
E’ durata circa tre ore l’audizione del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi con la pm di Bergamo Maria Cristina Rota (nella foto al suo arrivo a Palazzo Chigi), sulla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo. Il magistrato ha poi sentito i ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, giunti attorno alle 12.45 a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio è stato audito come persona informata dei fatti, così come il ministro della Salute e la responsabile dell’Interno.
Conte: ho agito in scienza e coscienza
“Ho agito in scienza e coscienza”, ha ripetuto Conte ai giornalisti parlando della mancata zona rossa. E nei retroscena si sottolinea l’irritazione di Palazzo Chigi per un’inchiesta – al momento senza indagati -che getta un’ombra sulla kermesse degli Stati generali dell’economia che debuttano domani.
Il 5 marzo esercito pronto ai posti di blocco, ma l’ordine rientrò
Ma il premier dovrà convincere la Procura di Bergamo di non avere commesso errori fatali su una serie di questioni. Dal 3 marzo si conosceva la situazione di Alzano e Nembro. L’Istituto superiore di sanità aveva suggerito la zona rossa. Già dal pomeriggio del 5 marzo quasi 400 uomini delle forze dell’ordine e dell’esercito attendono in zona l’ordine di blindare tutto. Ordine che però non arriva. Solo la sera dell’8 marzo si stabilirà di far diventare tutta la Lombardia zona arancione ma senza la chiusura delle fabbriche in Val Seriana. Chiusura che arriverà solo il 22 marzo.
Il focolaio di Alzano scoperto il 22 febbraio
Eppure la gravità della situazione era già nota a fine febbraio. Il 22 febbraio ad Alzano si fanno i primi tamponi. Si scopre che c’è un focolaio. Ma il pronto soccorso, in un primo momento chiuso, viene riaperto. E questo è errore che grava sui vertici della Lombardia.
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