Wanda Ferro (FdI): «Troppi interrogativi su Bonafede. Di Matteo all’Antimafia»

14 Giu 2020 17:02 - di Sara Gentile
Wanda Ferro

«Siamo particolarmente soddisfatti per la calendarizzazione, il prossimo giovedì 18 giugno, dell’audizione in Commissione antimafia del dottor Nino Di Matteo. Audizione che avevo richiesto il 20 maggio scorso. Insieme ai colleghi Antonio Iannone e Luca Ciriani e considerando la necessità di fare chiarezza sui motivi del ripensamento del ministro Bonafede». È quanto afferma il segretario della Commissione parlamentare Wanda Ferro, esponente di Fratelli d’Italia.

Ferro: «Serve chiarezza sui provvedimenti del governo»

«Dalle intercettazioni del Gom, che pure abbiamo chiesto di acquisire – spiega Ferro – sarebbe emersa infatti la preoccupazione dei boss mafiosi per l’eventuale nomina di Di Matteo alla direzione del Dap. Una vicenda che deve essere approfondita. Anche con il ministro Bonafede, che auspichiamo rispetti l’impegno a tornare in Commissione per rispondere ai tanti interrogativi sollevati dai parlamentari d’opposizione, riguardo ai provvedimenti assunti dal governo dopo le rivolte nelle carceri. Provvedimenti che hanno portato alle scarcerazioni di centinaia di boss mafiosi con la scusa del coronavirus».

Scarcerazione dei boss

«Noi di Fratelli d’Italia – prosegue Wanda Ferro – pretendiamo che venga fatta massima chiarezza sulla catena di decisioni e di provvedimenti che hanno portato alle scarcerazioni dei boss. Ci sono preoccupanti ombre sull’operato del ministero della Giustizia. Tanto da comportare le dimissioni del direttore del Dap, del direttore generale dei detenuti e del capo di gabinetto del guardasigilli». Per «questo – conclude – abbiamo chiesto anche l’audizione dell’ex direttore del Dap Basentini, del nuovo direttore  Petralia e della dottoressa Assunta Borzacchiello. Che ringraziamo per la disponibilità e la puntualità con cui ha chiarito in Commissione i motivi per cui ha firmato per conto del direttore la circolare del Dap del 21 marzo. Quella che ha dato il via alle scarcerazioni per coronavirus di centinaia di detenuti in regime di Alta sicurezza e al 41bis».

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