Vicenza cancella la clausola antifascista. E la sinistra mette l’assessore a testa in giù

10 Giu 2020 18:18 - di Milena Desanctis
antifascista
Via la clausola antifascista. A Vicenza per fare una manifestazione non è più necessario dichiararsi antifascisti. Approvato ieri sera dal consiglio comunale, su proposta dell’assessore al Commercio Silvio Giovine, il nuovo regolamento Cosap – Canone Occupazione Spazi e Aree Pubbliche della Città di Vicenza. Tra le novità introdotte dal nuovo regolamento anche l’eliminazione della clausola di antifascismo voluta dalla precedente amministrazione comunale di centrosinistra. E sostituita, nel nuovo testo, con l’adesione ai principi della Costituzione e il rifiuto di ogni forma di totalitarismo.

Via la clausola antifascista. Parla Giovine

«Questo regolamento introduce importanti novità per semplificare e agevolare i rapporti con gli uffici comunali oltre alla previsione innovativa di uno sconto fino al 30% per chi organizza eventi plastic-free». L’assessore al Commercio Silvio Giovine spiega: «Mi sarei aspettato un plauso dalle minoranze per questa concreta azione a tutela dell’ambiente o per le importanti migliorie proposte. Al contrario, invece, hanno preferito sequestrarci in aula per tre ore gridando allo scandalo, ad un paventato pericolo per la democrazia. In nome di quello stesso ideologismo che aveva portato l’amministrazione Variati ad introdurre una clausola antifascista per la concessione di locali e suolo pubblici».

Cosa cambia

«Da oggi non ci si dovrà più dichiarare antifascisti per occupare il suolo pubblico o per rapportarsi con l’ente» continua Giovine. «La guerra civile è stata una delle pagine di storia più tristi della nostra Nazione. Una guerra ancora oggi alimentata, dopo oramai più di 70 anni, da una certa sinistra probabilmente in preda ad un’essenza di contenuti». E poi ancora: «Ma non raggiungeremo mai una piena pacificazione nazionale fino a quando non avremo la capacità di relazionarci sul piano politico senza evocare, all’occorrenza, un antifascismo. Cancellata la clausola antifascista. Che ad oggi altro non è che un pretesto per inondare di odio l’opinione pubblica ed il dialogo fra diverse forze politiche».

Clausola antifascista, Giovine minacciato

«Da ieri sera sono vittima di offese e di minacce. I miei profili social sono stati bersagliati da centinaia di commenti contro la mia persona, un attacco ben pianificato e coordinato. Iniziato tutto da un post pubblicato da quello che verrà ricordato come il candidato governatore di centrosinistra più debole nella storia del Veneto. Questo è il vero volto dei violenti ed illiberali “antifascisti” contemporanei. Citano la Costituzione, si ammantano di democrazia e cianciano di libertà e poi insultano e minacciano chi si discosta dal loro pensiero unico. Fatto di odio e rancore. Purtroppo, nel loro anacronismo gli antifascisti non si smentiscono mai. Li vediamo nelle piazze quando a volto coperto assaltano le forze dell’ordine. Li vediamo nei social quando ripropongono le violente immagini di Piazzale Loreto, mettendo a testa in giù il nemico virtuale di turno. E questa volta è toccato a me».

Pacificazione nazionale

Continua Giovine: «Ma io sono nato nel 1983, ben 38 anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, e ho sempre pensato che quei fatti andassero consegnati alla storia come tali. Nella mia militanza giovanile a destra e nel mio impegno civico da assessore di Vicenza mi sono sempre fatto portatore di un messaggio chiaro, trasparente e univoco. Composto da due parole: pacificazione nazionale. Per lasciare in pace i morti e per dare pari dignità a chi a vent’anni si è trovato a fare una scelta di campo. Vuoi per la libertà, vuoi per l’onore d’Italia. In una fase storica conclusa da più di 75 anni».

La citazione di Paolo Mieli

Per questo guardo oltre, convinto della bontà di questa scelta, orgoglioso del quarto regolamento che ho modificato in due anni. Sono figlio del terzo millennio e voglio continuare a dare il mio contributo per proiettare Vicenza e la mia nazione nel futuro». E infine cita Paolo Mieli “se la storia viene messa in luce in una sola sua parte. E se ne lascia un’altra totalmente nell’oscurità, alla fine perde di credibilità la parte illuminata”.

Commenti

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  • Andrea Marconcini 11 Giugno 2020

    Che orrore,per l’ennesima volta si ricorre a questo spregevole segno simbolico.Questi atteggiamenti vanno condannati da tutti e respinti al mittente e i responsabili vanno isolati senza esitazione.Io ,da sinistra,leggo molto volentieri i giornali più vicini alla Destra Italiana e mi piace ‘ascoltare’ il pensiero di molti storici e intellettuali che danno il loro prezioso contributo.Credo che a distanza di quasi cento anni ormai sia arrivato il momento che anche nel nostro Paese si possa finalmente arrivare a una sincera e doverosa pacificazione nazionale.E’ chiaro a tutti ed estremamente evidente che ‘Piazzale Loreto’ rappresenti una delle pagine più buie e orribili della Storia Italiana insieme purtroppo a tante altre che ancora oggi grondano di sangue.Io ‘da sinistra’ non faccio fatica (anzi direi piuttosto che è una vera e propria liberazione) ad affermare quello che penso e mi auguro che presto si possa giungere a un dialogo costruttivo che sfoci in una pacificazione definitiva.Ciò non vuol dire assolutamente che dovremo rinunciare alle nostre idee o che ci si dovrà appiattire per far contenti tutti,no assolutamente no,Destra e Sinistra continueranno ad essere distinte e distanti e i loro programmi idem ,però il dibattito sarà civile e costruttivo e soprattutto non degenererà più in forme di odio e di disprezzo inumane come la foto qui sopra che ha rovinato la mia giornata.