Ustica, altolà alla tesi della Rai sulla indimostrata battaglia aerea: rischia l’accusa di depistaggio

18 Giu 2020 17:03 - di Roberto Frulli
Ustica

E’ “battaglia” fra l’Associazione per la verità su Ustica e la Rai sulla vicenda del Dc9 Itavia precipitato il 27 giugno 1980. Al centro del contrasto la mai dimostrata battaglia aerea. Che, secondo i detrattori della tesi della bomba a bordo, sarebbe avvenuta nei cieli di Ustica esattamente 40 anni fa. Un teorema che non ha trovato concretezza giudiziaria. E che la Rai in questi giorni torna, invece, a riproporre. Di qui la lettera inviata dall’Associazione per la verità su Ustica alla Rai e, in particolare, al Presidente Marcello Foa, al Direttore generale Fabrizio Salini e al Direttore Rainews Antonio Di Bella. Che contesta le conclusioni a cui giunge  il preannunciato speciale su Ustica del 27 giugno prossimo. Nella lettera a firma di Giuliana Cavazza, Presidente Associazione Verità su Ustica, si spiega che nei giorni 10 e 15 giugno Rai News ha anticipato, a cura del giornalista Pino Finocchiaro, le presunte novità sul disastro di Ustica. Novità che risulterebbero da un non meglio specificato riesame del registratore delle voci in cabina , il cosiddetto CVR, indicando che tale novità dovrebbe andare in onda il 27 giugno, In particolare, nelle anticipazioni le immagini sono accompagnate dalle scritte ”guarda cos’è?”, ‘‘le ultime parole del disastro – un documento sulla strage di Ustica”. Nel procedimento penale, continua la lettera, conclusosi come noto senza alcuna condanna per nessuno delle decine di indagati, tale notissima registrazione fu vagliata con grande attenzione dai periti, le cui conclusioni non riuscirono ad andare oltre le sillabe “GUA“. La nuova lettura, le cui effettive modalità e circostanze non sono verificate, è presentata dunque come elemento a favore della tesi della battaglia aerea e del missile, esclusa in ogni grado di giudizio penale. A tal proposito, anche in relazione al reato di depistaggio previsto sin dal 2016 dall’articolo 375 del Codice Penale per i pubblici ufficiali e quanti sono incaricati di pubblico servizio – e, quindi, anche i giornalisti Rai – l’Associazione per la Verità su Ustica segnala alcuni punti. 1. Il nastro originale, con registrazione analogica, fa parte degli atti dell’inchiesta penale. Ed è stato ascoltato e trascritto decine, se non centinaia, di volte da decine di periti e magistrati. Esso termina con ”gua”. Dopo il ”gua” i diagrammi mostravano due impulsi a distanza di circa 250 millisecondi l’uno dall’altro. Seguiti solo un rumore di fondo a 400Hz. Come in tutti gli altri tratti di registrazione in assenza di parlato. Su questo, tra l’altro, fu ascoltato nell’udienza di primo grado del 17 febbraio 2002 il collegio peritale fonico Ibba-Paoloni. Non è pertanto chiaro come avrebbero fatto a comparire i fonemi ”rda, cos’è?”. 2. Il fonema ”gua‘, dopo accurati esami, era stato attribuito al 98,5%, al comandante, seduto a sinistra. Nella presunta nuova lettura, è attribuito al secondo pilota, seduto a destra. Non essendo noto quali nuovi elementi supportino tale cambiamento, ci si chiede se ciò sia stato fatto perché il secondo pilota a destra avrebbe dovuto vedere il presunto attacco proveniente da destra più facilmente del comandante a sinistra. 3. Stando a notizie di stampa, l’audio utilizzato per il servizio di Rai News sarebbe l’audio originale conservato sul sito Stragi80.it. È lecito dubitare fortemente che tale audio originale, agli atti del processo penale, sia oggi in possesso del sito ”Stragi80.it”. 4. Non è chiaro come sia stato possibile, sotto il profilo tecnico, ”ripulire” un nastro digitale copia di un originale analogico. E far comparire qualcosa che sull’originale non c’era. 5. Peraltro, sul sito Stragi80.it si può ascoltare l’audioUltimo contatto radio del Dc9 IH-870 con Ciampino (20.56)“, di cui è disponibile la trascrizione in perizia. Inizia alle 20:56:54. La durata è di 36 secondi. E termina alle 20:57:30, 2 minuti e mezzo prima dell’incidente. Esso non contiene nulla, sostiene l’Associazione per la verità su Ustica, che riguardi l’ultima conversazione in cabina con il famoso ”gua”. 6. Sempre sul sito Stragi80.it è comparsa di recente un’ulteriore registrazione audio intitolata “L’ultima comunicazione del pilota e la parola ”Guarda…’‘”. I 24 secondi di tale registrazione iniziano alle 20:50:45, ben 9 minuti prima dell’incidente, osserva Giuliana Cavazza, Presidente Associazione Verità su Ustica. Essi appartengono quindi a una conversazione addirittura antecedente all’«Ultimo contatto radio del Dc9 IH-870 con Ciampino (20.56)». Della parola ”guarda” non vi è comunque traccia. 7. Nel video presentato, la voce del commentatore copre le comunicazioni che si sentono in sottofondo, che, peraltro, risultano incomprensibili inclusa la presunta frase ”guarda, cos’è?”. Riguardo la sua effettiva audibilità, è pertanto necessario fidarsi dell’affermazione categorica del giornalista. 8. Nell’audio anticipato, pochi secondi prima che il giornalista annunci ”questi gli ultimi secondi del voice recorder” si sente una comunicazione sottostante in cui il pilota comunica al controllo di Ciampino che si stimava di atterrare a Palermofra circa mezz’ora”. Da ciò si evince, ragiona l’Associazione per la verità su Ustica, che erano circa le 20:40. E che al disastro di Ustica non mancavano ”pochi secondi” ma 20 minuti. 9. Sempre nel video presentato, si fa riferimento a comunicazioni tra l’aereo e il centro di controllo del traffico aereo avvenute in zona Firenze tra le 20:22 e le 20:26. Cioè 38 e 34 minuti prima dell’incidente. Che avviene alle 20:59. Poiché il CVR era a loop chiuso, con un’autonomia di 30 minuti prima che le nuove comunicazioni sovrascrivessero quelle precedenti, le comunicazioni di Firenze non potevano trovarsi negli ultimi 30 minuti di registrazione. Si ritiene che queste comunicazioni provengano non dal CVR ma dalla sala controllo traffico aereo a terra. 10. In tali registrazioni manca la certezza della fonte. Sono registrazioni sul CVR o prese alla console dell’operatore a terra? Poiché non compaiono le normali conversazioni tra i piloti ma, solo comunicazioni radio, si è indotti a propendere per la seconda. Nella lettera, l’Associazione Verità su Ustica ricorda che senza risposte ineccepibili a tali domande, la trasmissione rischia pertanto di incorrere nelle ipotesi di depistaggio previste e punite dall’articolo 375 per i pubblici ufficiali e quanti sono incaricati di pubblico servizio. I giornalisti della Rai, appunto.

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