Tremonti non fa sconti a Prodi: «Fu lui a bocciare gli eurobond. E Conte non è Mosè»

15 Giu 2020 8:46 - di Massimo Baiocchi
Tremonti

«Si spera che il Recovery fund sia l’equivalente della manna nella Bibbia. Si dice che il diavolo sta nei dettagli, ma è tuttavia vero che a Bruxelles ci sono più dettagli che diavoli. La Merkel sarà anche diventata una brava diavolaccia, ma le strutture europee restano». A sottolinearlo è Giulio Tremonti, in un’intervista al Giornale.

Tremonti e la vicenda degli eurobond

«L’idea degli eurobond», afferma l’ex ministro dell’Economia, «è certamente positiva. Mi permetto di notare che li ho proposti anche io – e Prodi li ha bocciati – nel semestre italiano del 2003. Poi ancora nel 2010 con Juncker, sul Financial Times» -aggiunge l’economista. «Ricordo di avere detto in Parlamento, parlando di eurobond e citando Hamilton: Con una piccola quantità di denaro fonderemo una grande nazione. Il fatto che a Bruxelles se ne parli è positivo per il futuro dell’Europa».

La Web Tax europea

«Lo stesso riguarda la Web Tax europea, la giusta imposta europea sulla rete», sottolinea Tremonti. «Ricordo che nel 1994 presentammo a Bruxelles il nostro Libro bianco sulla riforma fiscale. E qui uno dei principi era passare dalle persone alle cose. Oggi tassare con una giusta imposta le cose che circolano sulla rete è positivo».

Tremonti, elezioni e Camaldoli

«Per uscire dalla crisi», continua Tremonti, «ci sono due vie: o Camaldoli o elezioni. Camaldoli è stato il luogo in cui il mondo cattolico si è aperto agli altri e diversi mondi della politica. A Camaldoli Aldo Moro figurava come giornalista. Era ancora tempo di clandestinità. Alla Costituente, Moro, nell’alternativa tra Parlamento e popolo, esclude che un Parlamento possa sopravvivere in assenza di popolo, chiuso in se stesso e lontano dal popolo. Se popolo e Parlamento non coincidono nella rappresentanza e soprattutto nella realtà, se non c’è unità, non c’è alternativa alle elezioni».

Conte non fa “piovere il pane dal cielo”

In una precedente intervista al Corriere della Sera, Tremonti aveva parlato del “patto per la rinascita” di Conte, basato sugli aiuti Ue. «I fondi europei sono buoni ma non la manna. Neòlla Bibbia Mosè annuncia la promessa che aveva ricevuto: “Farò piovere del pane dal cielo per te”. Ma Conte non è Mosè e le risorse dell’ Ue servono per le generazioni future, non per le sofferenze presenti. Arriveranno, ma con un picco solo dal biennio 2022-2024»..

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