Travaglio ha un “passato leghista”: scriveva con lo pseudonimo sulla Padania

18 Giu 2020 15:16 - di Fortunata Cerri
Travaglio

«Travaglio padano». Come si legge su Dagospia, «forse non tutti sanno che il direttore del “Fatto” ha scritto per la Padania». Lo ricorda il sito di D’Agostino che per delineare i contorni della vicenda ripropone due vecchi articoli, che erano stati scritti alcuni anni fa sul caso. Travaglio, ai tempi, si firmava con lo pseudonimo Calandrino e collaborava gratis, senza percepire neppure un euro. Dagospia ricorda che Travaglio partecipò al numero zero de La Padania, che al tempo si chiamava Il Nord, e firmò anche in alcune edizioni successive. Ecco cosa rispose allora Travaglio quando venne fuori la storia: «Questi sono matti, erano due-tre blob, un favore al direttore Gianluca Marchi».

Dagopsia e i giornali che parlavano del caso

Dagospia tra i giornali che allora parlarono della vicenda  riporta anche un articolo pubblicato da La Stampa il 1 dicembre del 2014. Eccone alcuni stralci. «Travaglio, dunque, è stato fra i collaboratori della Padania? La versione del condirettore de Il Fatto Quotidiano è molto diversa. “Questi sono matti!” è il suo primo commento. Innanzitutto ricorda bene, al contrario dell’accusa di soffrire di “amnesia”. C’è stato davvero un rapporto tra lui e la Padania ma forse è l’unica informazione dell’articolo che non smentisce. Si è trattato di “due-tre blob”, spiega, vale a dire una raccolta di dichiarazioni di politici che mettevano in luce le loro contraddizioni. Era stato Gianluca Marchi, il direttore, a chiamarlo. “Era un amico, gli ho fatto un favore, firmando Calandrino. Ma non ho mai messo piede alla Padania, non ho mai ricevuto soldi ed avrò scritto al massimo due-tre volte, su Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi. Ecco tutto”».

Cosa diceva Travaglio

E poi si legge ancora su La Stampa. «Non una vera collaborazione, insomma, più che altro un regalo ad un amico. E un regalo che, oltretutto Travaglio racconta di aver fatto in quel periodo anche ad altri, di orientamento politico molto diverso, il Manifesto e Enzo Biagi che le usò per la sua trasmissione televisiva, Il Fatto. “Siamo intorno al 1997-98 – ricorda Travaglio – avevo lavorato alla Voce di Indro Montanelli. Avevo una rubrica sulle contraddizioni dei politici e mettevo in evidenza il contrasto tra quello che dichiaravano il giorno prima e quello che dichiaravano il giorno seguente. In molti volevano attingere al mio archivio”».

Commenti

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  • Antonio 21 Giugno 2020

    Travaglio: ecco uno che ha senz’altro la faccia come il fondoschiena.

  • FAUSTO 19 Giugno 2020

    anni fa (fine anni 80 inizio 90)partecipai alle adunate nel campo della Lega, e vi era un giornalista che lanciava accuse a Berlusconi. Era Travaglio ?