Sospetti su un profilo social: «Il compagno “Albamonte” è lo stesso pm che indaga sulla Tartaruga?»

5 Giu 2020 11:33 - di Fortunata Cerri
Casapound

CasaPound finisce nel mirino dei pm e Francesca Totolo, giornalista de Il Primato Nazionale pone una domanda sui social.  «Chiedo per la giustizia giusta: il profilo Facebook “Eugenio Albamonte” che ha pubblicato la bandiera dell’Anpi il #25aprile scorso appartiene al pubblico ministero eugenio albamont (ex presidente dell’#Anm) che è titolare dell’inchiesta su CasaPound?». La Totolo pubblica una foto con lo stralcio di un articolo del Corriere dal titolo “CasaPound, 16 indagati. Fra i reati l’associazione per odio razziale”. Nell’articolo si legge che il «pubblico ministero Eugenio Albamonte è il titolare dell’inchiesta…». E poi ancora in un altro tweet, la giornalista scrive: «Il profilo Facebook del compagno “Eugenio Albamonte” appartiene al pubblico ministero eugenioalbamont che è titolare dell’inchiesta su #CasaPound, lo stesso che dichiarava “#IusSoli, il legislatore faccia presto”?».

Totolo, CasaPound e lo Ius Soli

La Totolo, in questo secondo tweet, fa riferimento al titolo del trentatreesimo congresso nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Dal titolo “Nuove domande di giustizia tra libertà e diritto. Nuove famiglie, Liberalizzazione droghe leggere, fine vita, Ius soli”. Eravamo nel 2017. Come scriveva allora Il Primato nazionale: «Ad accendere la lampadina sono alcuni passaggi nel comunicato ufficiale dell’Anm, come questo. “Si concluderanno i lavori con la sessione sui nuovi diritti. Su cui il magistrato è quotidianamente chiamato a dare risposte di giustizia anche svolgendo una funzione di supplenza. Fine vita, nuove famiglie, legalizzazione delle droghe leggere, ius soli”.

L’intervento: «Vogliamo lanciare un sasso nello stagno»

E poi si legge ancora. «Ma se il comunicato dell’evento, in cui si indugia molto sull’imparzialità della magistratura e si annuncia con orgoglio la presenza a Siena del Presidente Mattarella, mantiene i toni delicati della comunicazione “istituzionale”. Ci pensa direttamente il presidente dell’Anm, Eugenio Albamonte, a cancellare i dubbi sulla supposta ingerenza delle toghe. “Vogliamo lanciare un sasso nello stagno e ribadire al legislatore che deve fare presto nel prendere le sue scelte“, spiega intervistato dall’Agi. Albamonte poi precisa, forse resosi conto di essersi spinto un po’ oltre. “Noi magistrati non vogliamo avere un ruolo di supplenza (dice in contrasto con il comunicato ufficiale, ndr). Apriamo un dibattito non per dare orientament. ma per rappresentare tutte le posizioni affinché ci siano strumenti di riflessione qualificati utili sia al cittadini sia alla magistratura, per assumere decisioni ponderate”».

Commenti

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  • Francesco Ciccarelli 5 Giugno 2020

    Insomma, vogliono una società dove siano ammesse l’eutanasia nazista, la droga libera, la promiscuità sessuale e razziale? Altro che diritti civili: questa strada ci porterà al suicidio! Le civiltà del passato non si sono estinte per le guerre e carestie, ma perché non avevano più valori! A chi giova questa prospettiva?