Sanatoria migranti, la Bellanova fa flop: Boldrini & C. ci mettono una pezza smentendo la ministra

11 Giu 2020 11:23 - di Chiara Volpi
BeFunky-collage con foto Ansa della ministra Bellanova (a sinistra) e Laura Boldrini

Tra contestazioni della folla e Stati Generali al via, si inserisce da sinistra il flop della sanatoria dei migranti: con tutti gli annessi e connessi di buchi di richieste, toppe giuridiche e strappi sociali. La cosiddetta sanatoria – così chiamata oggi anche da Repubblica in un servizio di poco fa – ha fatto flop. Clamorosamente. Come? soprattutto nei numeri: nessuna corsa alla regolarizzazione fin qui. Niente ressa per le domande, né da parte dei migranti del Belpaese, né, tanto meno, da parte dei possibili datori di lavoro.

Sanatoria: è flop. Bellanova e Boldrini corrono ai “ripari”?

Tanto che, come racconta anche il sito del Giornale aggiornando i suoi lettori sull’argomento, «alcuni dati ufficiosi, così come raccontato dall’Agi, parlano di 9.500 domande presentate. Ben al di sotto del numero stimato dal governo entro il 15 luglio prossimo, data della chiusura dei termini, ossia 220.000». Non solo: molte delle domande fin qui pervenute, riguarderebbero prioritariamente colf e badanti, e non certo braccianti e lavoratori agricoli. Una constatazione importante, confermata su La Verità anche da Romano Magrini che, dall’osservatorio di Coldiretti, a riguardo ha dichiarato: «A livello nazionale i numeri sull’agricoltura sono veramente esigui. Parliamo di un centinaio di domande o poco più in tutta Italia».

Le 3 cause del flop Bellanova: Boldrini ci mette una pezza

Il Pd prova a correre ai ripari. E  immediatamente diversi esponenti della maggioranza si dicono pronti a rispondere all’sos di Largo del Nazareno. Loro soprattutto, gli immancabili commilitoni pro-risorse: Laura Boldrini, Lorenzo Fioramonti, Gennaro Migliore e Riccardo Magi. Ma c’è di più: in particolare, come sottolinea Il Giornale sul suo sito, «proprio Laura Boldrini avrebbe fatto proprie le osservazioni di un gruppo denominato “Grei 250”. All’interno di quest’associazione ci sono avvocati, professori e studiosi del fenomeno migratorio, i quali hanno evidenziato tre falle della norma relativa alla sanatoria voluta dal governo Conte»: 1) la data fissata per la scadenza del permesso di soggiorno (da decreto governativo è quella del 31 ottobre 2019). 2) La limitazione degli ambiti lavorativi. 3) La mancata possibilità di regolarizzare la posizione offerta ai richiedenti asilo.

Il rush finale di Boldrini e compagni: ampliare la platea ed estendere i tempi delle domande

E allora, ecco la Boldrini pronta allo scatto per il rush finale visto che, come noto, la sanatoria è inserita all’interno del decreto bilancio, in calendario per la discussione parlamentare nei prossimi giorni per essere convertito in legge. L’idea della fondatrice e transfuga di Leu? Semplice: estendere la possibilità di regolarizzazione a tutte le potenziali “risorse” che erano in Italia entro il marzo 2020. Gli emendamenti da presentare al decreto, dunque, fa sapere sempre il sito del quotidiano diretto da Sallusti, sarebbero quelli «in linea con le posizioni del gruppo Grei 250». Ma secondo le intenzioni degli esponenti dem, non si allargherebbe solo la platea. E così, via libera all’ampliamento della rosa dei lavori per i quali  il migrante può chiedere la regolarizzazione: non solo braccianti, lavoratori agricoli, colf e badanti, bensì tutti i settori che riguardano l’impegno di migranti attualmente irregolari sul territorio nazionale.

La sanatoria riveduta, corretta e snaturata è servita

La sanatoria riveduta, corretta e snaturata è servita. Il ministro Bellanova che voleva soprattutto riportare i braccianti a lavorare nelle campagne, smentita e superata a sinistra. E se tutto ciò non fosse ancora abbastanza, i “favolosi 4 di cui sopra, corrono anche ai ripari riguardo un’ultima, possibile estensione: quella del limite massimo di presentazione della domanda dal 15 luglio al 31 agosto. Più soggetti coinvolti nella sanatoria. Un numero di ambiti professionali maggiore inserito nella proposta. Più tempo per presentare le domande: questi i tre punti di forza su cui fa leva l’ultimo disperato tentativo di salvare per i capelli una norma disperata. Una proposta di governo guardata con sospetto da molte associazioni di categoria (specie quello agricolo a cui inizialmente era rivolta). Un approccio e una realizzazione d’intenti falliti sul nascere e, se possibile, alla luce degli ultimi aggiornamenti, ulteriormente fallimentari.

 

 

 

Commenti

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  • Maurizio Rossi 11 Giugno 2020

    Ma questi ci fanno o effettivamente sono?

  • Renato Rimondini 11 Giugno 2020

    Lavoro ai percipienti il salario di cittadinanza e quello d’emergenza.
    Di parassiti ne abbiamo abbastanza.

  • fazio 11 Giugno 2020

    alcuni signori/e che sono accorse in aiuto alla Bellanova fanno parte di una nuova forza politica quella della banderuola cioè pur di essere eletti in parlamento saltano da un carro all’altro.