Meloni: «Sull’emergenza coronavirus troppe cose non tornano. Ci sono state responsabilità e omissioni»
Sull’emergenza Covid-19 ci sono elementi che lasciano perplessi. «Troppe cose non tornano», afferma Giorgia Meloni a Live Non è la D’Urso. «Ci sono state omissioni e responsabilità che vanno individuate. Chi si assume la responsabilità degli asintomatici che venivano definiti non contagiosi quando lo erano? E chi si assume la responsabilità di aver sostenuto che il virus non rimaneva sugli oggetti? Ancora, chi assume nel governo la responsabilità di aver votato l’emergenza sanitaria il 31 gennaio e non aver fatto nulla fino a fine febbraio? Qualcuno dovrà risponderne. Non lo abbiamo fatto durante l’emergenza, ma arriverà il momento in cui qualcuno dovrà risponderne».
Meloni e i musicisti italiani
Il confronto in tv tocca molti tasti. La leader di Fdi dice di aver «seguito la protesta» messa in piedi dai musicisti italiani. «Nomi famosissimi e li ringrazio. Dietro queste personalità note ci sono migliaia di persone che lavorano» in un settore tra «i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Un settore totalmente dimenticato dal governo, noi abbiamo già tentato di occuparcene, con iniziative specifiche”.
La durissima risposta a De Luca
Meloni vispa Teresa come definita dal governatore campano Vincenzo De Luca? «Mi interessa poco quel che ha da dire De Luca, è un personaggio da avanspettacolo. Non arriva notizia su quanto ha concluso in questi anni da governatore», incalza. «Questi suoi monologhi senza contraddittorio, con delle volgarità che non dovrebbero uscire dalla bocca di un rappresentante delle istituzioni. Le sue similitudini a me interessano poco». «Sono stufa», dice ancora la Meloni, «di questa presunta superiorità morale del centrosinistra. Se queste volgarità fossero state dette da esponenti del centrodestra cosa sarebbe accaduto? Quanto accaduto a Napoli sarebbe accaduto anche a Torino». Ma «non sono stata certo io a parlare di lanciafiamme per chi violava le regole anti-Covid».
Le regole valgono per tutti
Quanto alle regole, «io dico di rispettarle. Però non si rispettano solo quando va in piazza il centrodestra. Quando noi siamo scesi in piazza», il 2 giugno scorso, «hanno gridato al colpo di Stato. Poi vediamo assembramenti ogni giorno e vanno bene. In uno Stato di diritto le regole valgano per tutti. Noi ci abbiamo provato» in piazza a rispettarle, il governatore campano «De Luca, che ci ha ammorbato con queste sue dirette da sceriffo, è stato fallimentare», accusa Meloni.
Meloni, l’Inno e Sylvestre
Inno cantato da Sylvestre? «Si sa quanto io sia legata all’inno italiano, ho chiamato il mio partito Fdi. Ma non ho molto da dire» sulla defaillance del cantante Sergio Sylvestre per la finale di Coppa. «Può accadere a chiunque, ricordo Christina Aguilera ai Super Balls. A me ha dato fastidio la strumentalizzazione. Strumentalizzare tutto, anche cose che non c’entrano con la politica. Alla politica non conviene essere strumentalizzata dallo sport. E allo sport non conviene essere strumentalizzato dalla politica».