Ma che 14%, le cose non stanno proprio così: Pagnoncelli si corregge e smonta l’illusione di Conte
Sondaggio, Pagnoncelli si corregge e smonta l’illusione di Conte. Le indicazioni sondaggistiche possono dare alla testa, ma spesso i numeri non tornano. Già, perché al di là della verità assiomatica della matematica percentuale, non sempre i calcoli delle indagini sociologiche centrano a pieno titolo il tema. Sfuggendo alla fotografia del momento tutta una serie di variabili che, in un immediato futuro, potrebbero rivelarsi dirimenti. Per questo tutti i politici li prendono con le pinze. O almeno dovrebbero. I rischio di scivolare inavvertitamente nell’errore è palpabile: e forse è quanto accaduto a Pagnoncelli nel suo sondaggio per il Corriere della sera in cui si affrontava la vexata quaestio delle potenzialità dell’eventuale partito di Giuseppe Conte, quotato intorno al 14 per cento…
Sondaggio, Pagnoncelli si corregge e smonta l’illusione di Conte
Infatti, dopo il sensazionalistico responso, si è passati all’analisi dei dati. E lo stesso sondaggista ha dovuto fare un passo indietro. Nell’indagini in questione, infatti, tutto sarebbe stato conseguenziale al dato ipotetico secondo cui, nel caso in cui fosse alla guida del M5s, il premier potrebbe riportare i grillini alla fatica meta del 30% divenuta per i pentastellati una chimera sfuggente e irraggiungibile. Cifre a dir poco elevate, almeno quanto dissonanti con la realtà dei fatti. Tanto che oggi è lo stesso Pagnoncelli a tornare sull’indagine e sui suoi numeri, costretto dalle recriminazioni degli ultimi giorni a posizioni più prudenti e ad una cautelativa errata corrige. Così, ospite in collegamento con Omnibus su La7, come riferisce il sito di Libero, il sondaggista emenda e spiega: «Il partito di Conte potrebbe valere il 14% ma è una fotografia del momento che non tiene conto di variabili future». Insomma, calma e gesso. E soprattutto, freniamo sui numeri…
Quando i sondaggi accreditavano Monti al 20%, poi sceso in campo…
Del resto, a tal proposito, sono essenziali le cautele adottate nelle analisi dei sondaggi per esempio da Giorgia Meloni. La leader dell’unico partito “esistente” in continua ascesa e crescita di consensi, non ha mai fatto mistero di non basarsi sui sondaggi per le sue scelte politiche. Una convinzione ribadita e rilanciata, per esempio, ancora poche sere fa nel corso de L’intervista con Maurizio Costanzo. E ancora: basterebbe ricordare la parabola discendente compiuta da Mario Monti che, prima ancora della fatidica “discesa in campo” analisti politici e sondaggisti accreditavano addirittura a un possibile 20%. Una popolarità presunta, poi platealmente smentita dalla cronaca dei fatti. Insomma, andiamoci piano con i numeri: la sentenza matematica, infatti, potrebbe risultare ingannevole. E non sarebbe nemmeno la prima volta…