Le Idi di giugno nel Pd: Zingaretti vacilla più di Conte, asse Gori-Bonaccini per farlo fuori

21 Giu 2020 10:49 - di Antonio Marras

Piano concentrico di attacco alla leadership di Nicola Zingaretti nel Pd. In prima fila, il partito del nord, da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, a Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia, che lusinga gli ex renziani e ne chiede l’appoggio.Un asse di ferro, mentre Dario Franceschini, che si muove nell’ombra, è pronto ad approfittare della situazione. In una fase in cui il premier Conte rischia meno del segretario del Pd, i cui destini, però, sono intrecciati a quelli di questo fragile governo. Le Idi di marzo, nel Pd, potrebbero consumarsi entro fine giugno.

Gori all’attacco di Zingaretti

Serve un “cambio di marcia” deciso, con un Pd non più “accondiscendente” verso gli alleati 5 Stelle e ministri
Dem in ruoli chiave nell’esecutivo. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori in una intervista su Repubblica torna a

chiedere un congresso nel Pd per cambiare il leader Nicola Zingaretti. Una assise da fare presto, “perchè -ragiona- in autunno potrebbe essere troppo tardi per salvare il Paese”. “In questa fase così difficile -sottolinea- serve un Pd molto più determinato e incisivo. Il punto è quello posto dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: quest’ anno avremo un crollo del Pil, tra il 9 e il 13 per cento, e rischiamo di perdere tra 1,2 e 2 milioni di posti di lavoro. È arrivato il momento di accelerare le riforme di cui il Paese ha bisogno. I sussidi servono per tamponare l’emorragia, ma non bastano. Dobbiamo tornare a far crescere l’Italia, di almeno l’1,5 per cento all’anno, o saremo travolti. E il Pd, come forza di sinistra e di governo, ha il dovere di fare, non solo di enunciare, le cose che servono per ottenere quel
risultato”.

Bonaccini scalpita per emergere

Secondo rumors dal Nazareno, tra i più attivi nell’ombra c’è Stefano Bonaccini, che vorrebbe capitalizzare il grande consenso nella gestione dell’emergenza coronavirus derivatagli dalle tante comparsate in tv. Secondo quando fa notare Libero, le ambizioni dell’asse Gori-Bonaccini sarebbero state frenate da un altro ambizioso leader,  il ministro della Cultura, Dario Franceschini: «Ho letto questa interessante proposta di Gori che dice che al Pd serve un leader che sia un amministratore. Magari un presidente di Regione? Magari di una grande Regione? Magari che non venga nominato ma vinca le primarie con il 70%? Informo volentieri Gori che il segretario con queste caratteristiche l’abbiamo già e che il mandato di Zingaretti scadrà tra tre anni. Quindi porti pazienza e non apra inutili tensioni in un momento come questo».

Commenti

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  • nina 21 Giugno 2020

    Conte e zinga orecchiette e maccheroni impastati con palamara.