I vitalizi riesumati al Senato come l’assassino dell’Uomo Ragno: chi sia stato non si sa

26 Giu 2020 15:46 - di Marzio Dalla Casta
Vitalizi

Chi ha tagliato il taglio? Meglio, chi ha rivitalizzato i vitalizi devitalizzati? Non si sa. Proprio come l’assassino dell’Uomo Ragno. Stupefacente: c’è una commissione al Senato, simpaticamente appellata Contenziosa, che ha ripristinato l'”odioso privilegio” con somma indignazione dei grillini e sincero sconforto di tutti gli altri. Resta solo da capire chi l’abbia votato, il taglio del taglio, visto che persino la presidente Casellati ha rimarcato il proprio «dispiacere» per l’esito della Contenziosa appena temperato dall’appellabilità del medesimo. Vuol dire che si può rimediare.

Tutti contro l’«odioso privilegio». Che, però, riemerge

I due leghisti (uno doc, l’altra arrivata dal M5S) sono al di sopra di ogni sospetto. Il cerchio si stringe intorno all’altro politico del quintetto incriminato, il forzista Giacomo Caliendo. Lui, non ammette, rivendica: «Ho votato sì». «È in conflitto d’interessi – hanno ringhiato i grillini – perché beneficerà della decisione sui vitalizi quando uscirà dal Parlamento». Tesi a dir poco strampalata. Ove passasse, imporrebbe agli onorevoli di astenersi da ogni decisione, dal momento che anche loro prima o poi torneranno nei ranghi dei comuni mortali e quindi destinatari delle leggi da essi approvate. Ma, si sa, non è la logica il piatto forte dei grillini. Che, stranamente, nei confronti dei due laici (cioè non senatori) che hanno consentito a Caliendo di diventare maggioranza in Contenziosa, si limitano al solo bofonchio.

Sui vitalizi decisione intempestiva e inopportuna

E si capisce: qui il fatto si fa tecnico, si parla di principio di affidamento, irretroattività, diritti acquisiti, sentenze della Consulta e della Corte europea. Qui l’ambaradam propagandistico non regge. Infatti tutti recriminano, imprecano, s’indignano. Ma nessuno impugna un’argomentazione di merito. Esiste, invece, più di una ragione di opportunità che avrebbe dovuto sconsigliare la commissione dal decidere sui vitalizi ora e in quel modo. Solo così acquista senso compiuto l’appello evocato dalla Casellati. L’auspicio è che coniughi ragioni del diritto e sensibilità politica, cioè considerazione per la crisi in cui versano milioni e milioni di italiani. Ma, per piacere, che si risparmi ai cittadini la propaganda della Casta attuale contro la Casta degli ex. Una guerra tra “ricchi” nel Palazzo mentre fuori imperversa quella vera, tra poveri, è più pericolosa di un mozzicone acceso lanciato in pagliaio.

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