Festa per la morte dell’ex deputato Gorgoni: torta, spumante e il messaggio “Finalmente liberi”
Si dice che i cani festeggiano sul cadavere dei leoni, ma che gli uni restano cani e gli altri leoni. C’è chi ha festeggiato per la morte dell’ex deputato del Pri e sindaco di Cavallino, Gaetano Gorgoni, deceduto il 13 maggio all’età di 86 anni. Una torta con un messaggio: «Finalmente liberi (uniti)» e l’immagine della residenza dei Gorgoni. Prelibatezza tagliata in un locale aperto al pubblico, in barba al noto divieto di assembramento, e diffusa a mezzo dei social. Lo spumante. Le foto (che sono state poi cancellate). In alcune comparirebbe un vigile urbano in servizio a Cavallino.
Fuochi d’artificio per la morte di Gorgoni
Sembra che nel paese della provincia di Lecce, il giorno della morte dell’ex sottosegretario di Stato sia ai Lavori pubblici che alla Difesa siano stati sparati dei fuochi d’artificio per l’atteso evento. Poca meraviglia. La pietà, anche quella per i morti, è in via di estinzione. In Italia ci si permette di rievocare allegramente la morte brutale di chi non sta simpatico. E di inneggiare a quelle esecuzioni. Si pensi all’albero di Natale capovolto dedicato ad Alessandra Mussolini su Facebook da un illustre sconosciuto di Parabiago, esponente di Italia Viva. Era un chiaro riferimento alla vergogna di piazzale Loreto.
Sui social corre sempre l’augurio della fine “a testa in giù”
Un vezzo, quello di augurare una fine a testa in giù a chi sta dall’altra parte della politica, che su Facebook non viene censurato. Ma in Italia si può augurare pubblicamente una malattia orribile al figlioletto di un calciatore che cambia squadra e scrivere sui social «Nelle foibe c’è ancora posto», messaggio lanciato alla vigilia del Giorno del ricordo delle vittime da esponente in sedicesimo della sinistra milanese. I morti è meglio lasciarli in pace. Se proprio li si vuol tirare in ballo, si faccia in modo però che ridano anche loro. Altrimenti si infoltisce il già lungo elenco delle esibizioni di pessimo gusto e cattiveria. Come hanno fatto quei signori della provincia di Lecce. Una lista che non desta più sorpresa. Purtroppo.
OGGI la vergogna non esiste più , davanti alla morte non esiste bandiera schieramento
ho ideologia ,se non riusciamo nemmeno più a comprendere questo vuole solo dire che siamo un paese di miserabili senza educazione e rispetto .
siete peggio degli avvoltoi necessita un Pinochet in Italia ..