Cosmesi anti-razzista? L’Oréal cancella le parole “bianco” e “sbiancante” dai suoi prodotti
Incredibile ma vero. L’Oréal, regina della cosmesi mondiale, cancella la parola bianco dai suoi prodotti. A tanto arriva la smania censoria del politicamente corretto. Dopo il tentativo di messa al bando delle immagini “razziste” di San Michele che schiaccia Satana (di colore scuro), arriva il bel gesto “anti-razzista” della multinazionale francese della cosmetica.
L’Oréal cancella la parola bianco dai suoi prodotti
«Il gruppo l’Oréal ha deciso di non utilizzare più i termini bianco/sbiancante e chiaro da tutti i suoi prodotti destinati a rendere omogeneo il colore della pelle». Si legge in un comunicato stampa pubblicato in inglese. Non si dice altro. Per ora non è chiaro se arriverà a ritirare la commercio i prodotti in vendita. La decisione arriva dopo quella della filiale indiana del gruppo Unilever. Che ha scelto di ribattezzare la sua crema sbiancante per la pelle commercializzata con il nome di “Fair & Lovely”. Il marchio ha promesso di non ricorrere più alla parola “Fair” perché impegnata a “celebrare tutti i toni della pelle”.
Bandito il termine che farebbe riferimento a un solo tipo di bellezza. Quella bianca. “Vogliamo puntare ad un modello più inclusivo “, ha detto Sunny Jain, un dirigente della compagnia. “Abbiamo capito che i termini piacevole, bianco e luminoso suggeriscono tutti la stessa idea di bellezza, che non copre tutta la realtà”. Queste le motivazione della scelta ispirata alla campagna antirazzista planetaria che si è scatenata dopo la morte di George Floyd negli Stati Uniti. E che ha portato ad aberranti conseguenze e atti di vandalismo ammantati di antirazzismo. Vietato coprire le macchie solari con creme specifiche. Se non volete essere accusati di razzismo. Anche la Johnson & Johnson conferma ai media che non venderà più il siero sbiancante “Fine Fairness” della Neutrogena, ma lo sostituirà con un idratante dell’indiana Clean & Clear, che si chiama “Clear Fairness Cream”.
Ormai siamo fuori di testa
Siamo al ridicolo