Conte rischia grosso, fino alla condanna a morte: Vespa lapidario su Stati Generali e premier
Stati Generali, un nome, un intento. E la contraddizione indicata dalla storia che il giornalista Bruno Vespa non manca di sottolineare. Ma andiamo con ordine. Conte ribalta Luigi XVI, che lancio il marchio e lo slogan autoritaristico, ma nell’accezione assembleare del termine. Con gli Stati generali indetti da sovrano, infatti, si aprì la strada che portò il re alla ghigliottina. Il premier, viceversa, vuole farne un punto di partenza che rilanci il paese e, soprattutto, la sua definitiva consacrazione a nume tutelare e deus ex machina dell’emergenza pandemia, finalmente libero dagli scomodi e legacci – sempre più stringenti – di un’alleanza di governo raccogliticcia e litigiosa. Meravigliosa, comunque, la location scelta per la kermesse: il Palazzo del Bel Respiro nel cuore della capitolina villa Doria Pamphili.
Stati Generali e premier: una scommessa letale?
Dunque, il contrasto a cui si allude nell’incipit sta proprio in questo: nell’assemblearismo coatto alla base del vertice, mirato però a rendere pluralistica la paternità di scelte e respnsabilità, finalizzata ad una finale consacrazione: quella del premier in carica. Certo, il canovaccio alla base degli incontri e delle iniziative da illustrare e propagandare glil’ha servito Colao e su un piatto d’argento. Un promemoria dettagliato che, dalla sostituzione del codice degli appalti vigente con la normativa europea, fino a quella che Quotidiano.net definisce «la salvaguardia dall’abuso d’ufficio e dalla responsabilità erariale – salvo che per dolo e colpa grave – per i funzionari che a tutt’oggi si rifiutano di firmare ogni atto temendo di rimetterci la pelle», prevede davvero di tutto un po’… Tutto pro-bonus? E, soprattutto, il vascello corsaro di Conte parte davvero col vento in poppa? neanche per sogno…
Vespa lapidario: Conte rischia la condanna a morte
E infatti, non a caso, il primo a storcere il naso sul summit “regale” è lo scaltro Bruno Vespa. Il quale, come riporta Libero Quotidiano rilanciando un servizio de Il Giorno, vede annidarsi nelle sale del Palazzo rispolverato da Conte, insidie e boomerang controproducenti. Insomma, il presidente del consiglio sta rischiando grosso, tanto che il conduttore di Porta a Porta, dichiara: «Un leader è tale se ha idee chiare e la capacità carismatica di imporle agli altri assumendosene la responsabilità. Assemblearismo è il suo esatto opposto: ascoltare tutti per rendere ambigua la paternità di scelte (e di responsabilità) che – vista la pluralità dei padri – hanno una fisionomia incerta».
«Se oggi il coro è stonato, da domani col summit sarà assordante»
Che letto fuori dalle righe significa: evidenziare in rosso la conflittualità e la frammentazione che mina scelte e unità della coalizione di governo. Un assembramento – è il caso di dirlo – dove ognuno alla fine va comunque per la sua strada. Tanto che, lo stesso Vespa al Giorno aggiunge: «Se oggi il coro è stonato, da domani – con gli Stati Generali – sarà inutilmente assordante. Conte sappia che i sondaggi che quotano un suo eventuale partito al 15% a spese di Pd e 5 Stelle sono una condanna a morte. Per se stesso e per la sua coalizione. Perciò li ignori e abbia il coraggio di scegliere una linea rapida, efficace e coerente».
Speriamo i morti italiani stanno sulla sua coscienza
Assemblea sindacale, molti anni fa…
Un delegato sindacale sta percorrendo la corsia centrale.
Dal fondo della sala, udibilissima, una voce:
“Come si riconoscono i culi di bronzo?”
“E’ facile!…”
“SI SUONANO!”