Consiglio europeo, i siluri dei “falchi” del Nord affondano i Recovery Fund. Conte nei guai

19 Giu 2020 13:28 - di Michele Pezza
Recovery Fund

La sensazione, come scrive il senatore forzista Francesco Giro, è che il Recovery Fund sia stato già «af-Fund-ato». A silurarlo, i falchi dei Paesi del Nord, raggruppati intorno a Danimarca, Olanda Svezia e Austria. Il Consiglio europeo fissato per oggi rischia di trasformarsi in una doccia gelata per il premier Conte, che proprio su questo strumento ha puntato per far scattare la ripresa in Italia. Ma basta legge le dichiarazioni del cancelliere austriaco Sebastian Kurz per rendersi conto che la strada disegnata dal governo è tutta in salita. Kurz ha infatti messo le mani avanti avvertendo che il varo del Recovery Fund «non deve aprire la strada a un’unione del debito». E quindi ha chiesto che ci sia «un limite di tempo». In più devono devono essere sottoposti a controlli e contenere “condizionalità“.

L’austriaco Kurz: «Occorrono controlli e condizioni»

Significa che riceve gli aiuti finanziari deve impegnarsi in cambio a varare riforme “lacrime e sangue“. Più o meno come capitò alla Grecia. Sul punto il cancelliere è andato giù duro. «A Vienna – ha detto – si teme che l’Italia, con il suo elevato debito pubblico, possa sprecare le sovvenzioni della Ue». Nel mirino di Kurz il bonus per le vacanze da 500 euro previsto dal governo italiano. Per il cancelliere si tratta di «un esempio negativo». Risulta difficile, ha concluso, «spiegare ai contribuenti austriaci perché gli italiani debbano ricevere un buono per le vacanze».

Il premier punta sui Recovery Fund per aggirare il Mes

Insomma, l’aria che tira è tutt’altro che propizia per le speranze e le ambizioni del nostro premier. E investe come un tornado gli equilibri politici della maggioranza. Conte vuole i Recovery Fund per evitare di utilizzare i soldi del Mes. I grillini si spaccherebbero come una mela di fronte a tale prospettiva. Perciò il premier gira al largo. Pd, Iv e Leu sono invece favorevoli. Finora hanno fatto finta di niente in attesa del sì della Ue al Recovery. Ma ora che i falchi del Nord hanno di nuovo sbarrato la strada è persino scontato che torneranno a pressare Conte sul Mes. Il problema, però, è tutto in casa Cinquestelle.    

Commenti

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  • fazio 19 Giugno 2020

    l’avrebbe capito anche un bambino, i nostri politici no avete capito, che a ragione, i paesi del nord non ci possono vedere in quanto con una tassazione tra le più alte dell’Europa non riusciamo a far diminuire il debito pubblico pensate se dovessero arrivare, col cavolo, i soldi dall’Europa ci sarebbe l’assalto alla diligenza.
    Loro pensano solo a elargire mancette per avere il consenso dei cittadini invece di pensare a diminuire le tasse e mettere più soldi nelle tasche dei cittadini, questo per il governo è troppo difficile pensano alla patrimoniale la gente si è stufata di fare il bancomat di questo governo inefficiente ma soprattutto INCOMPETENTE.