Christian Raimo sublima il raid al Pincio: ma che anti-razzisti, chi imbratta statue è solo un incivile

19 Giu 2020 18:08 - di Lara Rastellino
Raid al Pincio, imbrattata la statua del generale Baldissera foto Ansa

Raid al Pincio e in via Amba Aradam: alla faccia della “Rete restiamo umani”. Degli slogan che furoreggiano al di qua e al di là dell’oceano per ricordare il sacrosanto principio che «Black Lives Matter». Dopo lo sfregio milanese alla statua di Indro Montanelli, a Roma, sia al Pincio – dove la statua Generale italiano Antonio Baldissera – che in via Amba Aradam, diventata via George Floyd, vernice rossa su una statua e una targa divelta dal muro e sostituita dalla discutibile scelta toponomastica di un gruppetto che si definisce anti-razzista, hanno compiuto l’opera: vandalizzare e oltraggiare altri simboli storici. E Christian Raimo approva pure…

Raid al Pincio e in via Amba Aradam: Raimo sta coi vandali

Così, ingoiato a forza lo sfregio, la stessa sindaca grillina Virginia Raggi depreca in un tweet il blitz notturno e scrive: «Degli incivili hanno danneggiato due busti alla Passeggiata del Pincio. Uno è stato imbrattato con vernice rossa, l’altro è stato abbattuto. Vandalizzati anche cestini e panchine. Vergognoso! È già in corso l’intervento di ripristino. Roma va rispettata». Immediata e delirante la replica con commenta postata su Facebook dallo scrittore Christian Raimo. Per intenderci, colui che all’indomani dello scempio inferto alla statua di Montanelli, ha definito il giornalista scomparso «uno stupratore reo confesso, pedofilo dichiarato ed un assassino».

Christian Raimo sublima i raid degli attivisti incivili

Ebbene, aggiornando la sua inaccettabile posizione sugli oltraggi, Raimo ha sostenuto: «Gentile Virginia Raggi, il frame decoro vs degrado non funziona più. Usato così poi è talmente manipolatorio che diventa davvero rivoltante. Il discorso politico sta trovando una nuova grammatica, che contesta i simboli storici e i poteri attuali difensori di un’oppressione razzista, patriarcale, di classe. Roma va rispettata, ma anche l’intelligenza di chi la abita». Una toppa che riesce ad essere quasi peggiore del buco che vorrebbe giustificare…Inaccettabile: lo sfregio rivendicato dal gruppo “Rete Restiamo Umani” andato in scena nella notte a Roma. Ancora di più le parole che lo sublimano.

Sfregio alla storia e ai suoi illustri protagonisti

Vernice rossa sul busto del generale Antonio Baldissera, Governatore della colonia italiana di Eritrea alla fine del XIX secolo, al Pincio e cambio del nome a via dell’Amba Aradam e a largo dell’Amba Aradam. “Intitolati” dopo un raid notturno a George Floyd e a Bilal Ben Messaud, morto a Porto Empedocle il 20 maggio 2020. «In fermo sostegno alle e ai manifestanti che a partire da Minneapolis hanno riempito le piazze di decine di città del mondo per manifestare contro il razzismo strutturale e hanno deposto simboli di un passato coloniale sempre rimosso, iniziamo ora a smantellare i simboli del colonialismo nella Capitale», scrivono in un post su Facebook gli attivisti della rete “Restiamo Umani’. Ma se il busto del celebre e valoroso generale svetta al Pincio, nel cuore di Roma, tra gli “illustri” della storia italiana, ci sono validi motivi storici che hanno dato lustro al nostro passato. Il generale a capo delle truppe italiane in Eritrea e successivamente Governatore della colonia italiana di Eritrea alla fine del XIX secolo, è stato un protagonista del passato coloniale italiano, non un criminale da rinnegare. E la sua statua è un simbolo da avvalorare, non un feticcio da criminalizzare.

La condanna della presidente Airl: clima vergognoso, preoccupa la stupidità e l’ignoranza delle persone

Non a caso, tra i tanti autorevoli pareri registrati in queste ore, spicca quello rilasciato all’Adnkronos da Giovanna Ortu, presidente dell’Airl (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia). la quale, commentando lo scempio ha ribadito eloquentemente: «Molto preoccupante la stupidità e l’ignoranza delle persone. In Libia siamo sempre stati contro ogni forma di razzismo, ma di certo nessuno ha mai pensato di andare a distruggere statue, monumenti e cancellare vie. Ho sempre sognato un modello di integrazione, sinonimo di arricchimento. Questi episodi mi spaventano. Mi auguro che la situazione non degeneri. Capisco però che la stupidità non ha limiti. Bianco o nero per noi non fa differenza, ma questi atti sono razzismo al contrario».

I responsabili degli imbrattamenti siano puniti

Non solo. Sempre sull’imbrattamento della statua del generale Antonio Baldissera, al Pincio, come sulla copertura delle le targhe di via e largo dell’Amba Aradam a Roma con i nomi di George Floyd e Bilal Ben Messaud, la Ortu ha rilanciato: «È un clima vergognoso creato ad arte da qualche imbecille. Queste persone meritano una punizione esemplare, la legge è sacra e va rispettata. Ci sono le telecamere, non penso sia difficile prendere i responsabili degli imbrattamenti». Quindi, tornando all’altro deplorevole precedente, la presidente dell’Airl  ha aggiunto e concluso: l’iniziativa vandalica sulla statua di Montanelli? «L’ho trovato proprio un gesto cattivo. Un uomo grande che ha scritto la storia del nostro giornalismo. Evidentemente al giorno d’oggi essere competenti non paga più».

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