Arezzo, gatto muore dopo aver morso la padrona: era infettato dal virus di un pipistrello

28 Giu 2020 17:41 - di Leo Malaspina

Come tutti sanno, i gatti non possono infettare gli esseri umani con il coronavirus. Ma ad Arezzo un contagio – non di Covid – è avvenuto al contrario, come ha spiegato il Centro di referenza nazionale per la Rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che nella giornata di ieri, ha isolato, su un campione di cervello di gatto inviato dall’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, un Lyssavirus. E’ il secondo caso al mondo.

Il gatto domestico di una famiglia aretina ha improvvisamente e immotivatamente morso la padrona: un comportamento anomalo, che non si era mai verificato prima. La donna, però, aveva notato negli ultimi giorni un’aumentata aggressività del gatto di casa, regolarmente vaccinato e controllato. E’ così che è nata la vicenda che ha portato a scoprire un caso di Lyssavirus su un felino, come racconta oggi “La Nazione“.

Il gatto morto e il pipistrello

Il campione era stato prelevato a seguito della morte del gatto, che aveva precedentemente morso la proprietaria residente nel comune di Arezzo. Lo rende noto la Regione Toscana. Il virus isolato appartiene a Lyssavirus tipici dei pipistrelli ed è diverso dal virus della rabbia classica. Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo.
La rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa, dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013.

Scarsa capacità di trasmissione

Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri Paesi, per virus analoghi – fanno sapere dal Ministero della salute – la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale ad un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato, a cui non fa seguito una diffusione epidemica. Attualmente, non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo.

A titolo precauzionale, le persone che sono state a contatto con il gatto risultato positivo all’infezione sono state sottoposte a profilassi post-esposizione. Gli approfondimenti epidemiologici che richiedono la tipicità e la novità del caso, hanno determinato la costituzione presso il Ministro della salute, di concerto con la Regione Toscana, di un gruppo tecnico scientifico che si è già riunito oggi, con la partecipazione di esperti e Istituzioni locali e nazionali.

“Siamo in costante contatto con il Ministero per monitorare la situazione, che è sotto controllo – dice l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Stefania Saccardi – Questa è la dimostrazione che il nostro sistema funziona bene, perché abbiamo individuato il caso immediatamente e messo subito in atto tutte le misure necessarie”.

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