Al consulente di Conte 40mila euro per 10 giorni di lavoro: e i grillini muti

4 Giu 2020 15:45 - di Guido Liberati

«Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha come consulente per la redazione dei pareri giuridici, retribuito con un compenso di 40mila euro annui per 80 ore di lavoro che si somma allo stipendio di magistrato, un giudice in servizio presso la Cassazione e che riveste pure un altro incarico retribuito. Il tutto con l’avvallo del Csm. I grillini non dicono nulla di una consulenza da 500 euro l’ora in periodo di crisi? O gli abusi vengono solo dagli avversari politici?». Così Antonio Leone in un’intervista al Riformista, ignorata da quasi tutti i media.

Come mai passa sotto silenzio la denuncia del presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria ed ex membro del Csm? Probabilmente perché non conviene disturbare i manovratori e la propaganda grillina. L’alto magistrato spiega tante altre cose, piuttosto imbarazzanti per il baraccone governativo e per la magistratura italiana.

Ad esempio, Leone fornisce una spiegazione prettamente economica, sulla lotta politica per la poltrona del Dap. 

Dal consulente di Conte al capo del Dap

«Il capo del Dap è uno dei ruoli più pagati della pubblica amministrazione. Fino al 2013 540mila euro, ora 320mila. La retribuzione, sottoposta al “trascinamento”, è percepita anche quando si cessa dall’incarico e vale ai fini pensionistici». Al Riformista spiega che lo stipendio «è un ottimo motivo perché i magistrati vi ambiscano. Una “bella poltrona”, come dicevano i 5Stelle, a cui anche il dott. Nino Di Matteo, che con i grillini ha sempre avuto buoni rapporti partecipando ai loro convegni, pare aspirasse, altrimenti non avrebbe tirato in ballo dopo due anni il suo siluramento».  

Leone cita inoltre un dato, sfuggito a molte cronache. «Ricordo che il dottor Giancarlo Caselli, numero uno del Dap dal 1999 al 2001, fece ricorso per impedire che la sua pensione fosse toccata dai tagli». Contro la riduzione dello stipendio da venticinquemila euro al mese Caselli presentò ricorso al Tar. Ovviamente nessuno ha approfondito la questione. Tantomeno i giornali vicini a Pd e M5s. Inutile dire che su questo tema il blog 5 Stelle, che ha pure intervistato il magistrato torinese, ha preferito glissare. Stipendi e pensioni d’oro contano solo per gli avversari.  

Le consulenze dei magistrati pagate profumatamente

Ma proprio le ricche consulenze dei magistrati, (non solo quella di Conte) appaiono in contraddizione rispetto al clima di austerità che sta vivendo l’Italia. «La politica – ha spiegato Leone – ha avuto un atteggiamento “accomodante” con i magistrati e gli incarichi che offre ai magistrati ne sono l’esempio perfetto. Senza mai dichiaralo espressamente, la politica ha pensato di ingraziarsi i magistrati dando loro presidenze di commissioni, direzione di Authority, presidenze di Enti. E numerose consulenze ben remunerate». E i grillini? Da quando sono Casta, tacciono e acconsentono.   

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