Virologi e docenti: «Tamponi di massa per evitare la seconda ondata». E spiegano come farli

6 Mag 2020 8:44 - di Roberto Mariotti
tamponi di massa

«Non ci sono dubbi, la strada è quella dei tamponi di massa».  Il virologo dell’università di Padova Andrea Crisanti spiega all’Adnkronos l’appello lanciato insieme agli studiosi Luca Ricolfi e Giuseppe Valditara. Sono undici 11 punti firmato da docenti e specialisti. È necessaria una politica di sorveglianza attiva, che passa dal fare tamponi al maggior numero possibile di soggetti esposti al contagio da nuovo coronavirus. Questo si associa a un minor numero di casi. «Il nostro è un appello del mondo accademico italiano». È «un invito a riflettere bene su quali siano i pericoli» della fase 2 e «sulle misure da adottare». Bisogna evitare che l’emergenza Covid-19 si riaccenda.

Tamponi di massa necessari per evitare la ricaduta

«Occorre cambiare rotta se vogliamo che la imminente riapertura non sia effimera». Solo così si può evitare la chiusura di centinaia di migliaia di aziende. «Bisogna iniziare subito a fare tamponi di massa», è il messaggio di Crisanti, Ricolfi e Valditara, sottoscritto dai professori di “Lettera 150”. Per i firmatari, la tutela della salute va coniugata con il riavvio delle attività produttive e l’esercizio di libertà individuali, come quella di circolazione, «evitando il ritorno al lockdown».

La stessa Oms caldeggia questa soluzione

Del resto, continuano Crisanti e i promotori dell’appello, «la stessa Oms ora caldeggia l’esecuzione di tamponi di massa». Per gli esperti tutto questo «è necessario e possibile». Finora, sottolineano, «nelle regioni italiane si è fatto un numero insufficiente di tamponi giornalieri per abitante». Uno studio realizzato «dai professori Francesco Curcio e Paolo Gasparini ritiene che, utilizzando le esistenti strumentazioni di laboratorio, e con una efficiente organizzazione, ogni regione potrebbe processare già oggi un numero notevolmente superiore».

Come affrontare il costo dei tamponi di massa

Nell’appello si analizza il nodo dei costi per processarli, facendo notare che «utilizzando reagenti almeno in parte prodotti nei laboratori di ricerca» la cifra «è dell’ordine di 15 euro (inclusi il costo del personale tecnico, le utenze, il costo di ammortamento della strumentazione)». Non solo. «Risulta che molte imprese private, in diverse regioni italiane, si sono rese disponibili a pagare una campagna di indagini molecolari per i propri dipendenti. E persino a finanziare laboratori che eseguano tamponi».

«È il momento di agire»

Altro punto la tecnologia. «Macchinari di ultima generazione arrivano a processare fino a 10.000 tamponi al giorno». Fondamentali e necessarie sono le misure precauzionali come il distanziamento e l’uso delle mascherine. Ma «una campagna di tamponamento  è l’unico strumento che possa consentire ai cittadini di riprendersi in sicurezza la libertà di movimento, e di riunione, la libertà religiosa, la libertà di lavorare, e quella di iniziativa economica, tutte attualmente e in vario modo compresse». È «altresì auspicabile un efficace tracciamento con app». Perciò, concludono i firmatari del’appello, «invitiamo le autorità nazionali e regionali ad avviare una massiccia campagna di tamponi di massa per contenere la diffusione di Covid-19. È ora di agire».

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