Tamponi, Zaia spiazza tutti: in Veneto li prescrivono i medici di base e i pediatri di famiglia

7 Mag 2020 13:21 - di Adriana De Conto
Zaia

Sono ancora pochi  i tamponi effettuati sulla popolazione. Il problema degli asintomatici da individuare c’è tutto. Mercoledì  soltanto 64.263 tamponi in tutta Italia. Il numero deve crescere se si vuole contenere la circolazione del virus isolando subito i contagiati: ne servirebbero almeno 100mila al giorno. E’ il metodo Zaia, che nel Veneto si sta aggiudicando la palma del migliore.

Il Veneto che ha puntato proprio su una politica di tamponi di massa, prosegue su questa linea speditamente. Per velocizzare ancor di più le procedure Luca Zaia ha deciso di avvalersi dei medici di base. Medici e  pediatri di famiglia avranno il compito di dare inizio alle procedure per la prescrizione del tampone. I veneti potranno fare il tampone dal medico di base a carico della sanità regionale. Esente da ticket e senza che ci sia bisogno dell’autorizzazione delle agenzie di sanità pubblica.

La novità introdotta da Zaia

Al  Veneto  il metodo Zaia ha apportato risultati utili: è la regione che ha eseguito il maggior numero di tamponi in rapporto alla propria popolazione: circa 500 ogni 10mila abitanti. Il “doge” ha agito d’intesa con il  direttore del laboratorio di Padova, il professor Andrea Crisanti. La valutazione sull’opportunità o meno di effettuare il tampone orofaringeo rimane in capo ai dottori. La novità, però, è che adesso quei camici bianchi non sono più solo quelli dei Sisp, allertati dai medici e dai pediatri di base ogni volta che individuavano un caso sospetto fra i loro pazienti. Bensì anche queste ultime due categorie, che da semplici sentinelle sul territorio diventano così prescrittori a tutti gli effetti, con un’evidente accelerazione dei tempi.

Altre regioni hanno seguito vie diverse: la Toscana  ha puntato tutto sui test sierologici. Sui quali però il giudizio degli studiosi diverge. Per alcuni sono  inutili per contenere la diffusione dell’epidemia. La Toscana ha eseguito mercoledì soltanto 4.293 tamponi per un totale di 161.553 contro i 439.806 delle Lombardia e soprattutto i 399.806 del Veneto. Il governatore del Pd Rossi si schermisce. «Non si può parlare di tamponi se non ci danno anche i reagenti. Al momento possiamo attestarci su 6-7000 tamponi al giorno fra noi e il privato- spiega Rossi- ma ci sentiremmo sicuri se avessimo materiale per fare 8-10 mila tamponi: ci piacerebbe che a livello nazionale non facessero a scaricabarile”. Per non parlare del Lazio di Zingaretti, molto indietro  nell’utilizzo dei tamponi e travolto dallo scandalo delle mascherine su cui il governatore Pd dovrà prima o poi rispondere.

 

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