Siluro di Giletti su viale Mazzini: silenzi su di me? “Dalla Rai quando è morto mio padre neanche un telegramma”…
Mentre viale Mazzini continua a tacere sul caso Di Matteo-Bonafede, Giletti contrattacca: la Rai? “Quando è morto mio padre neanche un telegramma”. Giletti non ci sta. E travolto dagli insulti in “bella mostra” sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, dopo la replica torna all’attacco. L’indomito autore dello scoop sullo scontro tra il magistrato antimafia Di Matteo e il ministro della Giustizia Bonafede, si toglie un altro sassolino dalla scarpa. Così, coprendo in parte anche il silenzio dell’editore del La 7 sulle vicende accusatorie che lo hanno coinvolto in questi ultimi giorni, centra nel suo mirino la Rai. E a proposito di silenzi, dopo il suo tempestoso addio agli studi di viale Mazzini, il giornalista parla e contrattacca. Stavolta dai microfoni di Radio Rtl 102.5.
Duro j’accuse di Massimo Giletti alla Rai
Dunque, ospite dei microfoni dell’emittente a cui rilascia un’intervista a cuore aperto, Giletti regala ai radioascoltatori un ricordo che risale a qualche mese fa. Quando il giornalista tv si è ritrovato a fare i conti con la dolorosa scomparsa del padre. E rivela: «Quando è morto mio padre, quest’anno, all’improvviso il giorno del funerale mi sono sentito toccare le spalle ed abbracciare. Era il presidente Urbano Cairo. Credo che in quei momenti vedere accanto qualcuno siano fondamentali per una persona», anticipa Giletti. Forse anche per andare oltre il silenzio dell’editore della rete in cui attualmente lavoro. L’assist se lo dà da solo. E poi, a porta vuota, tira il siluro che affonda la Rai. «Non vedere dalla Rai nemmeno un telegramma, invece, la dice lunga». Così come il suo commento caustico e risentito chiarisce forse, una volta per tutte, rumors di ritorno che si fanno insistenti a ogni nuova polemica, su un suo possibile rientro nelle scuderie della tv pubblica…
In difesa di Giletti e contro i silenzi di Cairo…
Silenzi. J’accuse. Botte e risposte. E tra crociate pro e stilettate contro, sul caso Giletti che tiene banco in questi giorni, interviene da Facebook anche il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi. «Gli insulti in prima pagina del Fatto Quotidiano a Massimo Giletti, devono preoccupare tutto il mondo del giornalismo. Mi auguro che l’Ordine del giornalisti valuti se l’offensiva vignetta riservata al conduttore possa davvero rientrare nel diritto di satira», posta l’esponente di Iv. Che poi aggiunge: «Forse sarebbe opportuno – prosegue Anzaldi – che anche l’editore de La7 dicesse una parola, visto che a scagliarsi contro i conduttori della rete è il quotidiano diretto proprio da un ospite fisso e pagato della tv, Marco Travaglio. Già nei giorni scorsi Enrico Mentana era finito oggetto di attacchi per aver semplicemente richiamato al rispetto della funzione giornalistica. Avanti di questo passo si va verso una brutta deriva»…