Scandalo mascherine, la resa del governo: autorizzate quelle fatte in casa
Il disastro delle mascherine “di governo” sta diventando giorno dopo giorno sempre più scandaloso. Quelle a prezzi “controllati”, nonostante i proclami del capo della task force Domenico Arcuri, non si trovano. E lo scandalo si protrae.
Una situazione insostenibile, nella Fase 2, con tanta gente priva di dispositivi di sicurezza individuale o costretta a comprarle a prezzi vergognosi. Sarà per questo che il principale consulente del governo, il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, all’ennesima domanda sulle mascherine si è arreso: “Vanno bene anche quelle fatte a casa…”. Incredibile ma vero, dopo mesi di bracci di ferro su autorizzazioni e dichiarazioni di conformità.
Le mascherine realizzare in casa
“A livello di popolazione generale quello che viene raccomandato a livello internazionale è che le mascherine devono essere multistrato e uno può anche confezionarle in proprio, fermo restando che invece i modelli piu sofisticati Ffp2 e Ffp3 sono per uso diverso”. Le parole sono del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel punto stampa all’Iss sull’andamento dell’epidemia.
Ma quale mascherina utilizzare sul luogo di lavoro adesso che con la fase 2 sono state riaperte diverse attività? “Nei luoghi di lavoro c’è un medico competente e c’è un responsabile per la sicurezza”.
Si tratta di “un obbligo di legge e da questo punto di vista l’Italia è fra i Paesi più avanzati. Il medico competente valuta il rischio specifico del lavoratore” in base al settore in cui opera e alla mansione che svolge, “e in base a questo rischio indicherà il Dispositivo di protezione individuale (Dpi) più adatto”.
Brusaferro ha ricordato che “sono le tipologie più sofisticate di Dpi. Hanno una costruzione che previene anche livelli di trasmissione a complessità più elevata”, pertanto soprattutto “vengono raccomandate in campo sanitario, mentre in altri contesti sono raccomandate soltanto in presenza di rischi molto specifici” che sarà appunto il medico competente a valutare. Le Ffp2 e Ffp3 “di solito non sono raccomandate per i comuni cittadini o per le normali attività”, ha proseguito il numero uno dell’Iss.
Le protezioni multistrato
“Le mascherine che possiamo usare come popolazione generale”, anche “secondo le raccomandazioni internazionali”, ha precisato Brusaferro, “sono quelle” cosiddette “di comunità, che servono a evitare una dispersione delle goccioline contenute nel nostro espirato e a proteggere gli altri”.
In concreto sono “mascherine multistrato, che una persona può anche confezionare in proprio – ha sottolineato il presidente Iss – Devono aderire attorno alla bocca e alle narici, facendo in modo che la nostra espirazione rimanga all’interno”. Come sempre, ha concluso Brusaferro, occorre agire in un’ottica di “appropriatezza che dipende dalla dimensione del rischio”.
Per usare una metafora: “Inutile vestirsi da palombaro” se non si deve fare un’immersione.
Ma se invece arrivassero le mascherine a norma, alla portata economica di tutti? Non sarebbe meglio capire dove sono andate a finire, piuttosto che lasciare che gli italiani si esercitino al piccolo chimico?