Renzi? Più che la “mossa del cavallo” gli si addice il “raglio dell’asino””

21 Mag 2020 13:28 - di Maurizio Gasparri

Confermo quanto detto giorni fa. Renzi non deve titolare il suo prossimo libro La mossa del cavallo, bensì Il raglio dell’asino. Renzi raglia e chiede, come ha ampiamente dimostrato votando contro le mozioni di sfiducia al ministro Bonafede pur avendo pochi mesi fa lui stesso detto di essere intenzionato a presentare un’iniziativa analoga. Era tutto previsto, tutto calcolato.
Ha mandato la sua fedelissima Boschi a Palazzo Chigi nei giorni scorsi per una trattativa con Conte, il cui esito vedremo tra qualche settimana. Probabilmente è riuscito a strappare qualche promessa su alcune presidenze di commissione che dovranno essere rinnovate e che vedranno la sostituzione di membri della Lega.

Renzi annaspa

Insomma, come si direbbe a Napoli, Renzi chiagne e fotte. Fa dei bei discorsi, brillanti, arguti, con riferimenti anche importanti. È certamente molto sveglio e se vogliamo un affabulatore,  ma di lui resta l’analisi che abbiamo fatto già. Sei anni fa aveva il 40 per cento dei voti, guidava un partito storico come il Pd, era a Palazzo Chigi, aveva messo a punto un pacchetto di riforme da sottoporre a un referendum ed aveva addirittura un patto di consultazione sulle norme costituzionali con l’allora capo dell’opposizione, Silvio Berlusconi. Ora annaspa tra il 2 e 3 per cento, non è più a Palazzo Chigi, non guida più un partito comunque storico del nostro Paese, non ha patti con un’opposizione che ha cambiato un po’ anche i suoi equilibri e il suo assetto. Se questo è un genio, ditemi voi. Che te ne fai di un bell’eloquio se poi riduci la politica a un ricatto per qualche posto in più da distribuire agli amici?  E allora Il raglio del somaro si conferma il titolo molto più adatto alla sua nuova fatica letteraria. Intanto, anche per colpa di Renzi, Bonafede resta a far danni alla giustizia. Ma, del resto, un governo di questa natura si merita solo un Bonafede come Guardasigilli. È un personaggio incapace di intendere e di volere, potremmo dire ironicamente. Ma poi perché solo ironicamente?

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