Renzi al contrattacco: «Noi sulla Open Arms quando le anime belle della sinistra erano in vacanza»
Renzi reagisce alle polemiche scatenate dai Cinquestelle e dal Pd per il voto su Salvini. «Abbiamo fatto esattamente come la scorsa volta. Non abbiamo partecipato in giunta rimandando all’aula. Poi decideremo in base alle carte. Questo impone la serietà e non il giustizialismo. Sulla Gregoretti abbiamo poi votato per l’autorizzazione a procedere. Sulla Open Arms vedremo». Lo dichiara a “Repubblica”. «Salvini sbagliò allora come sbaglia chi oggi fa l’opposto: sulle garanzie costituzionali si vota in base alle regole, non in base alla simpatia. E quel che differenzia la politica dal populismo».
Renzi: la vicenda giudiziaria è un’altra cosa
«Impiegheremo il prossimo mese per decidere come votare», continua Renzi. «Parlerò io in aula, a viso aperto. Il giudizio politico è chiaro: il nostro capogruppo Faraone è salito sulla Open Arms quando le anime belle della sinistra erano in vacanza. Ma la vicenda giudiziaria è altra cosa. Finché non impariamo a distinguere, saremo sempre schiavi di un uso politico della giustizia. O più correttamente, di un uso giudiziario della politica».
«I grillini strillano, ma votavano i decreti»
L’eventualità di intese con la Lega? «Se oggi Salvini non è a Palazzo Chigi», dice il leader di Iv, «è perché noi non abbiamo ascoltato chi nel Pd voleva elezioni. I grillini che oggi strillano hanno votato due anni fa i decreti sicurezza della Lega. Italia Viva ha portato a casa il decreto Bellanova sui migranti, non il decreto Salvini sui clandestini».
«Il salvinismo si combatte in altro modo»
«Politicamente», continua Renzi, «Salvini è il mio avversario numero uno. Proprio per questo sulle sue garanzie costituzionali procedo con cura. Una cosa deve essere chiara: il salvinismo non si sconfigge per via giudiziaria, ma con una battaglia educativa e culturale».
Renzi e il caso di Patrizia Baffi
Quanto al fatto che la commissione Covid in Lombardia sia andata a Italia Viva grazie al voto del centrodestra, Renzi va giù duro: «l’accostamento è ridicolo. Per evitare strumentalizzazioni abbiamo chiesto alla nostra consigliera regionale, Patrizia Baffi, di dimettersi. Lasciamo quella poltrona al Pd».